Festa e commozione per i 50 anni del Cai 

Un libro di 416 pagine per la sezione della Bassa, ricordati i due soci morti in una gita nel 2009


di Bruno Tonidandel


EGNA. Pomeriggio di festa, di ricordi ma anche di commozione alla “Haus Unterland” ad Egna. Soci, appassionati della montagna, donne e uomini, giovani ed anziani, appartenenti al gruppo linguistico italiano e tedesco, si sono dati appuntamento per festeggiare i 50 anni della sezione Cai “Bassa Atesina”: mezzo secolo di camminate e di scalate assieme, di ritrovi in allegria, di canti all’interno di fumosi rifugi, di discussioni. Il pomeriggio ha anche richiamato personalità del paese: dal sindaco Horst Pichler al suo vice Alex Pocher, dal presidente della Comunità comprensoriale Edmund Lanziner al presidente dell’Alpenverein della Bassa Atesina Hermann Bertolin fino al responsabile del Cai “Alto Adige”. Tutti a magnificare l’opera del Cai “Bassa Atesina” di Egna soprattutto per l’educazione dei giovani al rispetto della natura e al “giusto” amore per la montagna. E’ stato anche una rassegna di coloro che hanno guidato la sezione negli anni passati e che non abitano più ad Egna ma che ad Egna hanno lasciato un pezzo di cuore, come Luigi Libener, presidente dal 1979 al 1985 e dal 1991 al 1993. C’è stato anche un momento struggente quanto Florian Lindner, anche lui presidente dal 2005 al 2010 e dal 2014 al 2016, ha ricordato, trattenendo a stento le lacrime, la tragedia del 2009 del Piz Buin, in Austria, quando nel corso di una gita sezionale caddero Evelyn Rossi e Gianni Pasquin. Toccò proprio a Lindner recuperare i corpi, assieme al Soccorso alpino austriaco, dei due sfortunati soci Cai. E la commozione ha toccato livelli altissimi quando nella grande sala del teatro, a luci soffuse, si sono commemorate le due vittime mentre la “Corale San Nicola” di Egna cantava “Signore delle cime”. La festa dei 50 anni del Cai “Bassa Atesina” è stata anche l’occasione della presentazione del libro che ricorda appunto cosa è stata questa associazione di appassionati della montagna dal 1968 ad oggi. Il “tomo” di ben 416 pagine arricchito da una serie di stupende fotografie anche storiche, è un libro scritto dai soci, un libro certo di ricordi ma che è proiettato verso il futuro. Lo ha detto Alice Pilati, giovane ingegnere, che dallo scorso anno è a capo della sezione e che al suo fianco ha altre tre ragazze nel direttivo – Astrid Goetsch, Stefania Balistreri e Loredana Carlon - tutte scatenate per fare il bene del sodalizio. Pilati ha accennato un po’ a sommi capi, ai capitoli principali del libro, mettendo bene in risalto la parte dedicata al Gruppo giovanile formato anche, a partire dal 2004, da elementi iscritti al Cai di Salorno. “Il Gruppo di Alpinismo Giovanile – ha detto la responsabile di questo settore, Stefania Balistreri – propone a ragazze e ragazzi dai 9 ai 17 anni, un’attività di avvicinamento alla montagna senza agonismi per una libera conoscenza dell’alpinismo e una consapevolezza delle meraviglie dell’ambiente montano. Non la sfida delle alte vette, dell’impresa epica, del brivido ad ogni costo quindi”. Sono insomma i giovani la linfa del Cai “Bassa Atesina”. Il presidente Pilati ha anche accennato alla costituzione del Soccorso alpino della Bassa Atesina che il prossimo anno celebrerà i 35 anni dalla fondazione, al gemellaggio con il Cai di Novellara, in provincia di Reggio Emilia e alla grande croce deposta sul Monte Prato del Re, nel Parco naturale Monte Corno, punto più alto del Comune di Egna, per ricordare non solo Evelyn e Gianni, ma anche tutti coloro che hanno pagato con la vita il loro amore per la montagna. A questo riguardo sono state ringraziate ufficialmente le famiglie Aldo e Gino Mittempergher.

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