Gassificatore, 4mila firme per ribadire il no all’Appa 

Decine le associazioni che si sono mobilitate «contro il turismo dei rifiuti» Simeoni: solo effetti negativi, emissioni e sicurezza tra i nodi irrisolti del progetto


di Massimiliano Bona


CORTACCIA. In dieci Comuni della Bassa Atesina sono state raccolte (e già consegnate all’Appa) 4 mila firme contro il gassificatore che l’imprenditore Patrick Santini vorrebbe realizzare a Cortaccia. A guidare la protesta di una decina di associazioni - ma anche di privati cittadini - è stato Georg Simeoni, presidente dell’Avs.

Uno dei timori è rappresentato dalla quantità di rifiuti potenzialmente in arrivo. Perché?

«Nel progetto si parla di 65 mila tonnellate ma la capacità del gassificatore è di 95 mila tonnellate l’anno. È scontato che vi sarebbe un forte import di rifiuti da altre regioni e questo comporterebbe un forte aumento del traffico nella zona produttiva ma anche lungo tutte le vie d’accesso. Per questo chiediamo agli uffici competente di analizzare la richiesta in modo corretto e tenendo conto anche di questa prospettiva e di queste variabili molto impattanti sul territorio».

Cosa pensa dell’aspetto urbanistico di un impianto di questo tipo?

«Secondo il progetto è previsto un camino di 45 metri e secondo il Puc di Cortaccia si può arrivare a 11,50 metri e, in casi particolari, a 15,50. Nella zona in questione non sono previsti insediamenti industriali e l’area è tra quelle a rischio per le piene dell’Adige. Vicino c’è anche la ferrovia e servirebbe una particolare autorizzazione di Rfi».

Cosa pensa dei dati forniti sulle emissioni?

«In base al progetto non ci sarebbero problemi di sorta, ma solo perché sono stati presi come riferimento i dati della stazione di Cortina sulla Strada del Vino. Ma perché non sono stati considerati invece quelli di Egna? Questi ultimi parlano un’altra lingua. In particolare i valori del biossido di azoto superano spesso i limiti e un impianto come quello progettato non farebbe che appensantire ulteriormente la situazione».

Che idea si è fatto della sicurezza del gassificatore?

«Come unica referenza vengono indicati gli impianti giapponesi. In terra nipponica, in realtà, ci sono solo alcuni gassificatori di questo tipo ma sono più piccoli e trattano quantità decisamente modeste di rifiuti. In Europa questa tecnologia non è mai stata impiegata. Quello di Cortaccia, dunque, è un progetto pilota, sulla cui sicurezza e funzionalità c’è dunque un grosso punto di domanda».

©RIPRODUZIONE RISERVATA















Altre notizie

Attualità