Le gelate

Mele: raccolto compromesso a Ora, Termeno e Cortaccia 

L’esperto: «In alcune zone bruciato il 100% dei germogli: si nota per il colore brunastro delle chiome degli alberi». In diversi Comuni c’è anche il problema della penuria d’acqua da spruzzare sulle colture 


Bruno Tonidandel


BASSA ATESINA. Il gelo notturno non dà tregua ai frutticoltori e viticoltori della Bassa Atesina. Dopo le brinate disastrose della seconda settimana di aprile che hanno costretto gli agricoltori a notti di lavoro per azionare gli impianti ad irrigazione per fronteggiare con la pioggia artificiale le temperature sotto zero che hanno minacciato le colture, mele principalmente ma anche uva ed altri frutti come ciliegie e albicocche, ecco che i ritorni di freddo sono tornati. L’altra notte le sirene dei paesi della vallata dell’Adige sono tornate ad allarmare i contadini costringendoli ad abbandonare il tepore dei loro letti per immergersi nel gelo delle tenebre.

«Siamo stati anche fortunati – dice Reinhard Dissertori, presidente del Bauernbund della sezione della Bassa Atesina, nonché frutticoltore di Termeno – perché dopo una giornata di bufera, il vento gelido da nord si è attenuato ed il termometro è precipitato da più 7/8 gradi ai meno 1. Non si tratta di un valore proprio eccessivo, ma certo preoccupante perché ora gli alberi di melo o sono in piena fioritura o i petali stanno cadendo e lasciano il posto ai frutticini. Una fase della vegetazione molto delicata – ha continuato Dissertori – perché bastano anche pochissimi gradi di freddo per compromettere l’intero raccolto».

Come del resto è già avvenuto in molte zone della Bassa Atesina dopo l’ondata di gelo dell’altra settimana. In effetti alcuni frutteti poco a sud del lago di Caldaro, in varie campagne sul territorio di Ora, nel fondovalle fra Termeno e Cortaccia, il raccolto è compromesso quasi totalmente.

«In alcune parti – conferma il presidente del Bauernbund – il gelo è riuscito a bruciare il 100% dei germogli e questo lo si nota per il colore brunastro delle chiome degli alberi».

C’è poi il problema della penuria dell’acqua da spruzzare sulle colture.

«Molti frutticoltori – prosegue Dissertori – si sono visti interrompere in piena notte l’erogazione dell’acqua per l’esaurirsi della falda con conseguenze disastrose per le piante da frutto». Insomma, secondo gli esperti, sarà un’annata questa, da dimenticare. E il bello è che tutte le operazioni colturali fino all’autunno, dovranno essere comunque eseguite anche se l’albero è spoglio di mele. Per ora le viti si sono salvate per il ritardo nella vegetazione. Ma già sulle pergole, specie per le qualità più precoci come Chardonnet e Gewürztraminer, spuntano i primi germogli e altre ondate di gelo comprometterebbero anche la prossima vendemmia. Il pericolo dei ritorni di freddo, come più volte accennato, rimane fino a metà maggio, fino cioè al periodo dei cosiddetti “santi del ghiaccio».

Le preoccupazioni di frutticoltori e viticoltori quindi continueranno ancora per un mese. Poi, con il caldo, subentreranno altri problemi per la campagna: grandinate, alluvioni, tempeste di vento,attacchi parassitari. Insomma, la vita nei campi è dura. E in certe annate, come questa, rimettersi in piedi non è facile.













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