Minori in coma etilico anche alla fiera di Ora 

Il sindaco: sono arrivati in treno con i superalcolici nello zaino, difficile fermarli L’assessore Tava: «Bevono per sentirsi più sicuri». Un arresto e 14 denunce


di Massimiliano Bona


ORA. Sono più o meno una decina i teenager portati via in ambulanza alla fiera di San Marco ad Ora, un paio dei quali vicini al coma etilico. Dopo il carnevale di Terlano si tratta dell’ennesimo evento con oltre 10 mila persone che si è trasformato in un’occasione di sballo. I controlli dei carabinieri hanno consentito di arrestare un pusher al campo sportivo e denunciare 14 persone, 8 per droga e 6 per ubriachezza. La security ha sequestrato in stazione un ingente quantitativo di superalcolici negli zaini: c’è chi è arrivato già «carburato» e chi si è fatto comprare l’alcol da giovani poco più che maggiorenni. Denunciato anche un barista per aver servito alcol ad una ragazzina con meno di sedici anni. La maggior parte dei visitatori si è divertita e non si è lasciata andare ad eccessi censurabili, sui quali il giorno dopo si interrogano in molti: dal sindaco agli assessori, dai consiglieri ai residenti. Il caso più eclatante è quello di una 14enne, svenuta dopo aver bevuto ben oltre i suoi limiti. Altri teenager si sono fermati solo dopo aver vomitato in un angolo, dietro ad una bancarella o al campo sportivo. Evidentemente gli strumenti usati finora dal Forum Prevenzione e da enti analoghi non hanno convinto i ragazzi a cambiare atteggiamento. «Che disgusto e che tristezza - commenta Mirella Pompermaier su “Sei di Ora se..” - vedere alla Fiera tutti questi ragazzini ubriachi, quasi in coma etilico, vomitare in mezzo alla strada. Non si sono sentite altro che sirene di ambulanze che venivano a soccorrerli. Ogni anno la stessa storia. È una fiera, state a casa vostra». «La stragrande maggioranza dei visitatori si è divertita - commenta l’assessore Luigi Tava - ma il leit-motiv tra i giovanissimi sembra essere sempre più spesso “mi diverto solo se bevo” e la colpa è anche delle famiglie che non riescono a trasmettere quei valori che sono l’Abc di una civile convivenza. Ci siamo divertiti un po’ tutti in gioventù, ma il “rispetto” era il punto di partenza di ogni azione quotidiana. Ai ragazzi di questo tipo la fiera di San Marco o quella di San Giuseppe interessa fino ad un certo punto. Sono a caccia dell’evento, della festa, del momento per essere protagonisti indiscussi con un tasso alcolemico tale, da sentirsi più sicuri e credibili di fronte agli altri. Ed è qui che dovrebbero entrare in gioco le famiglie». Critico anche il sindaco Roland Pichler: «Si sono portati l’alcol da casa negli zaini: noi abbiamo presidiato la stazione con la security ma onestamente era difficile fare di più..».

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