«Stranieri? La sfida è integrare le donne» 

Il sindaco Lazzeri: «Escono poco di casa e non studiano italiano e tedesco. Ma niente bonus per imparare le nostre lingue»


di Massimiliano Bona


SALORNO. Roland Lazzeri, sindaco di Salorno, non è particolarmente preoccupato dalle difficoltà di integrazione dei (molti) bimbi stranieri nelle scuole elementari e medie di Salorno. Nella fascia 0-5 gli stranieri sono saliti al 41 per cento, una cifra destinata a riflettersi nel breve-medio periodo anche sugli equilibri e la didattica dei vari istituti. A preoccupare, di più, sono le donne, arrivate dieci o vent’anni fa che ancora non sanno italiano o tedesco, non partecipano alla vita associativa e faticano a farsi capire anche al supermercato.

Sindaco, i bambini stranieri a scuola a Salorno saranno a breve la metà in ogni classe. La gestione sarà più difficile?

«È chiaro che ci stiamo avviando, sempre più, verso una società multiculturale. E anche a scuola sarà sempre più così. Detto questo abbiamo chiesto più risorse alla Provincia. Servono più docenti per gestire al meglio le esigenze di tutti: bimbi autoctoni e bimbi con background migratorio».

Ma i bimbi stranieri, spesso, sono nati e cresciuti qui. Quindi sanno bene anche italiano e tedesco...

«É proprio così. I ragazzini studiano e assorbono come spugne. Quindi, anche in prospettiva, le loro possibilità di integrazione sono davvero molto elevate. Le difficoltà sono altrove».

In che senso?

«Penso alle donne arrivate qui già adulte e che ancora oggi non sanno italiano e tedesco. Stanno, quasi sempre, a casa, anche per motivi religiosi e culturali e non si confrontano con la realtà locale. La vera sfida è riuscire ad intercettare loro».

C’è chi ha proposto - nel corso dei workshop a Salorno - un bonus per i corsi di lingua alle donne straniere. Lei è d’accordo?

«Proprio no. I residenti, giustamente, avrebbero di che lamentarsi».

Quanti stranieri che vivono a Salorno fanno parte delle associazioni?

«Pochi, purtroppo. C’è chi gioca a calcio o fa il volontario nella Croce Bianca. Ma sono mosche bianche».

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