Tutto un paese in piazza e Pochi sembra Betlemme 

Oltre cento figuranti hanno dato vita a un presepe vivente di grande atmosfera Bambini, adulti e anziani: la storia rievocata, ma con un copione sempre nuovo  


di Miriam Hamrouni


SALORNO. Gli abitanti di Pochi hanno trasformato la piazzetta della frazione di Salorno in una piccola Betlemme con uno spettacolo emozionante. Ed è proprio di uno spettacolo che si parla perché limitarsi a definirlo presepe vivente sminuirebbe il lavoro che vi sta dietro. Con l’atmosfera del buio serale, il coro di Sant’Orsola accompagnato da un trio di clarinetti ha dato il via, l’altro pomeriggio, all’undicesima edizione dell’evento natalizio organizzato dal comitato parrocchiale FiloPochi. Più di 100 comparse hanno inscenato la storia della nascita di Gesù dall’annunciazione all’arrivo dei Magi.

«Tutto il paese è qui. Ogni anno è un’emozione unica, c’è sempre della magia nell’aria. Nella scena in cui ci rechiamo alla capanna, la sensazione è proprio quella di recarsi dal vero Gesù bambino», racconta Cinzia Dorigatti, organizzatrice del presepe vivente di Pochi riferendosi al momento in cui tutti gli attori si riuniscono davanti al Signore. «Come sempre c’è l’ansia che qualcosa vada storto. Abbiamo una grande responsabilità, ci sono fuochi e abbiamo tanti bambini: un po’ di preoccupazione c’è sempre, ma quando cala il silenzio, ognuno entra nella sua parte e vive il proprio personaggio», prosegue Dorigatti.

E il presepe vivente di Pochi esprime originalità: «Quello che ho sempre cercato di fare scrivendo i copioni - dice ancora Dorigatti - è offrire, accanto alla storia, un commento attraverso occhi esterni. Quest’anno ho dato spazio ai pensieri di un ragazzo ventenne che commentava la vicenda duemila anni dopo. In questo modo ci accorgiamo che le preoccupazioni e i problemi odierni sono in qualche modo simili a quelli che si vivevano all’epoca di Betlemme».

Lo spettacolo amatoriale, anziché porre l'attenzione sui dettagli della rappresentazione, cerca di capire la mentalità di allora e fa riflettere lo spettatore.

Da novembre gli abitanti di Pochi si sono riuniti più volte e si sono preparati con la scelta dei costumi e la lettura del copione. Il presepe vivente unisce la comunità coinvolgendo tutte le generazioni: bambini, giovani, adulti e anziani.

Tra gli attori, c’era Beppe Pedrinolla, che di professione fa il camionista e da cinque anni veste i panni di re Erode: «Mi piace partecipare a questo evento, soprattutto per far capire ai bambini il vero spirito del Natale». A vivere tra il pubblico la magia del presepe vivente c’erano Daniela Piffer e Maria Galeazzi, residenti a Bolzano e Salorno e originarie di Pochi.

Appena terminata rappresentazione, l’hanno commentata: «È coinvolgente. Trasmette la purezza della Natività, anche se purtroppo solo per poco tempo. È sempre una Novità perché, se anche la storia è conosciuta, viene interpretata in modo unico».













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