Una migrante lavorerà per il Comune di Vadena 

L’accordo. Stipulato un protocollo tra l’assessora Jancarova e la responsabile dello Sprar L’ospite, già integrata nella vita sociale del paese, farà volontariato nei luoghi pubblici


Bruno Canali


vadena. C’è anche il Comune di Vadena fra quelli della Bassa Atesina che hanno aderito allo Sprar, il progetto di accoglienza per migranti. Così, tempo fa, è arrivata in paese una giovane extracomunitaria che ha subito manifestato la volontà di integrasi nella comunità locale e si è offerta per svolgere del volontariato e qualche lavoro utile.

Ieri, in municipio, l’assessora all’integrazione del Comune di Vadena, Sarka Jancarova Ferro, ha quindi firmato con Lucia Boscaroli, assistente sociale dello Sprar, un protocollo d’intesa per “attività di volontariato” che da lunedì 11 marzo l’ospite inizierà presso il Comune. «La durata dell’attività su base volontaria della nostra ospite inizia lunedì 11 - spiega l’assessora Jancarova - e intanto durerà fino al 31 dicembre. Consisterà principalmente in un aiuto alla biblioteca comunale, nel mantenimento e nella pulizia degli spazi pubblici e in un aiuto nelle attività di giardinaggio. Queste attività si svilupperanno nel piazzale della scuola, nei parchi gioco, al centro di riciclaggio e in altri spazi di Vadena per tre mattine alla settimana. La nostra ospite già partecipa attivamente alla vita sociale del paese, e vista l’esperienza positiva valuteremo altri progetti in collaborazione con i servizi sociali che ruotano intorno allo Sprar».

In base allo Sprar, al quale il Comune di Vadena ha aderito su sollecitazione della Comunità comprensoriale, potrebbe arrivare a ospitare un massimo di quattro migranti, siano questi singoli individui o un nucleo famigliare. Aderendo a questa possibilità, l’amministrazione comunale ha anche assunto direttamente l’onere di individuare un alloggio dove sistemare gli ospiti e di arredarlo, partecipando al 5% della spesa per il progetto. Tutto il resto invece rimane appannaggio della Comunità comprensoriale, compresi i rapporti con il Ministero e il personale necessario per seguire questi ospiti, le eventuali cure sanitarie e tutto ciò che attiene a una vita normale. Va detto che queste presenze, a Vadena come in altre località del circondario, sono molto discrete e ovunque hanno subito incontrato la comprensione e la disponibilità della popolazione residente.

Lo stesso è successo anche a Laives, Comune che invece ha scelto la formula diversa del Cas, in base alla quale l’amministrazione comunale non ha alcun onere da sostenere. Nella struttura di Laives quindi sono arrivati una cinquantina di migranti, quasi tutti occupati già da tempo in diverse attività lavorative.















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