Il caso

Vende le gomme su Internet ma viene truffata e perde i soldi 

Una donna della Bassa Atesina pubblica l’annuncio online e in pochi minuti viene contattata da un uomo. Il raggiro si materializza davanti allo sportello bancomat: al posto di ricevere i 260 euro pattuiti se li vede sottratti


Gianluca Marcolini


BASSA ATESINA. Il raggiro è abbastanza vecchio, se raffrontato ai sistemi più moderni e subdoli di ingannare la gente in uso oggi, ma evidentemente ha ancora una sua efficacia. Lo dimostra, purtroppo, l’esito della truffa che è stata compiuta, nei giorni scorsi, nella Bassa Atesina, con vittima una donna. L’auspicio di guadagnare qualche soldo dalla vendita di un treno di gomme della propria ex macchina - gomme usate ma ancora in buono stato - è tramutato nello sconforto per essere stata turlupinata e derubata di 260 euro, con l’aggravante della nulla (o quasi) possibilità di riuscire a recuperare i soldi.

La vicenda è presto raccontata e ha origine nel momento in cui la donna si trova con un set di pneumatici invernali che non utilizza più visto che ha cambiato auto. Come è capitato praticamente a tutti, decide di provare a vendere le gomme - ancora in buone condizioni e quindi con un loro mercato - pubblicando un annuncio su uno dei siti online specializzati nella compravendita di qualsiasi (o quasi) cosa. «Non sono passati neppure dieci minuti dalla pubblicazione - è il racconto della vicenda - che è arrivata la chiamata di un possibile acquirente». L’uomo, al telefono, si dice interessato all’acquisto e accetta di buon grado il prezzo stabilito. Non solo, si offre anche di pagare le spese del trasporto incaricandosi di inviare al domicilio dove si trovano le gomme, a casa della donna, un corriere per il ritiro della merce. Ma il potenziale acquirente, per dimostrare il proprio interesse all’affare, si dice disposto anche a pagare in anticipo la somma stabilita. Ed è qui che inizia la truffa vera e propria.

La malcapitata, forse attratta da tanta grazia, da quel momento in avanti si lascia condurre per mano dal truffatore, lasciandosi beffare anche da un pizzico di ingenuità. L’abile mariolo riesce a convincere la sua interlocutrice della bontà dell’operazione che consiste, nello specifico, nell’utilizzo della propria carta bancomat (Postepay) in uno degli sportelli automatici della zona. Guidata al telefono dall’uomo, la donna esegue le istruzioni alla lettera convinta, così, di ricevere sul proprio conto una ricarica pari al prezzo di vendita delle gomme. La procedura avviene senza intoppi ma l’esito è esattamente il contrario di quanto auspicato dalla donna: i 260 euro fuoriescono dal suo conto finendo su quello del malfattore.

Ad accorgersi della truffa, la sera stessa, è il marito, quando ascolta la narrazione dell’accaduto dalla voce, fin lì soddisfatta, della donna. La conferma arriva da un veloce controllo bancario e il giorno dopo anche dalla polizia, all’atto della denuncia.

A quanto pare, secondo le forze dell’ordine, sono episodi tutt’altro che infrequenti, perché è un tipo di truffa forse demodé ma sempre molto efficace. A nulla serve la conoscenza del numero di cellulare da cui è partita la telefonata del truffatore: non si contano le utenze fittizie impossibili da scoprire.













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