100 moto in corteo sulla Mebo «Addio Andrea, fratello biker» 

Il ricordo di Andrea Donola. Ieri il raduno per il 22enne morto nello schianto con un’auto allo svincolo di Frangarto Commossi i genitori: «Questi ragazzi ci sono vicini da un anno. È una grande famiglia, nostro figlio era socievole e aperto»



Bolzano. «ci metteremo in fila per due con le moto. composti, nessuno impenna, nessuno supera, nessuno fa accelerate brusche. quando raggiungeremo il posto dell’incidente saluteremo andrea come si saluta un vero fratello biker. limitatori, clacson, deve essere bello da vedere e da sentire». ieri, la giornata del ricordo di andrea donola, il 22enne morto il 5 ottobre 2019 nello schianto contro un’auto allo svincolo mebo di frangarto mentre era alla guida della sua ktm duke 690. davanti alla salewa, alex franzoso traccia di fronte a un centinaio di giovani il percorso del corteo. sono commossi, stefania bizzo e fabrizio donola, i genitori di andrea. è un po’ come se tutti questi ventenni li abbracciassero come figli.

Due famiglie.

Ci sono famiglie di sangue e famiglie d’elezione. Andrea Donola le sceglieva entrambe, ogni giorno, due vite parallele che si incrociavano nel suo viso aperto, nella sua voglia di darsi da fare nell’impresa di famiglia, nel suo spirito socievole e allegro. Già al funerale i genitori erano rimasti stupiti del numero di amici che avevano affollato Cristo Re. I compagni dell’Itc Battisti, del nuoto, del karate, delle uscite in moto. «Non c’è niente che ti possa riempire il cuore, se perdi un figlio. Ma i ragazzi sono qui a dire che gli volevano bene». Gli occhi di Stefania Bizzo dicono più di quanto possano fare le parole, sono gli occhi trasparenti e ancora interrogativi di una mamma che una sera di un anno fa è stata travolta dal dolore. Fabrizio, suo marito, ogni mese scrive un lungo messaggio al loro unico figlio. “Penso a noi e mi torna la gioia dei nostri momenti più belli: averti avuto vicino, vederti crescere e gioire della vita mi ha lasciato i ricordi più belli. Penso a te e mi batto come un leone, penso a te e vinco il gioco della vita”.

Alex, Loris e gli altri.

Questi ragazzi condividono la passione per i motori, la stessa di Andrea. «Sembrano rumorosi – nota Stefania Pizzo – però sono ragazzi buoni, gentili. Quest’anno ci sono stati vicini, hanno sempre avuto un pensiero per noi. È come una famiglia, anche se prima non li conoscevamo. C’è una grande sensibilità». È stato Alex Franzoso a organizzare tutto, insieme a un paio di amici. «Quando ho conosciuto Andrea avevo 15 anni, lui 16. Abbiamo girato insieme in moto per tre o quattro anni, in gruppo». Finite le superiori, Andrea è andato in America. Alex l’ha ricordato nella lettera che ha letto al funerale: “Avevo già sentito la tua mancanza in passato, quando sei stato in America è stata dura non vederti per mesi. Adesso però è diverso. Adesso è diverso perché non torni. E io me lo chiedo ogni notte prima di addormentarmi, perché non torni, Andrea?”. Loris Montalbano racconta le uscite: «Il luogo di ritrovo era il Safety Park. Si chiacchierava, si provavano le moto degli altri, si stava in compagnia. Poi c’erano i giri di carnevale, facevamo i Babbi Natale in moto, si andava alla Mendola o su altri passi. D’estate Monticolo, tappa fissa».

«Un incrocio dannato».

A ricordare Andrea c’è anche chi ancora non aveva avuto occasione di incrociarlo. «Siamo venuti per stare vicino alla sua famiglia e ad Alex – dicono Dennis Villa, Daniel D’Antuono, Luigi Imbrione e Andrea De Marchi –. Quello è un incrocio dannato. Al suo posto poteva esserci chiunque. Siamo una famiglia, non importa che tu abbia un cinquantino o 1000 di cilindrata. Fa onore a tutti essere qui così numerosi per ricordare uno di noi». Già, perché dopo la morte di Andrea Donola un semaforo è stato messo, ma l’intersezione tra la statale 42 e lo svincolo della MeBo resta una tra le più pericolose dell’intera provincia. Dall’automobile in testa al corteo, Loris mette “Mezza siga”, di Nerone. Dietro, una sessantina di moto iniziano a farsi sentire, a sovrastare il frastuono del cuore. S.M.













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