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A Bolzano il primo parco giochi per i bambini disabili

Altalene con il poggiatesta, la buca della sabbia per carrozzine, le sbarre per camminare: apre oggi una struttura dedicata


di Elisabetta Bottoni


BOLZANO. Spazi verdi attrezzati per disabili se ne vedono qua e là anche nel resto d'Italia. Ma uno con un percorso per imparare a camminare c'è solo a Bolzano. È dentro il parco inclusivo, il primo in Alto Adige, realizzato dentro l'area ex Orso Pippo sulle passeggiate del Talvera, e sarà inaugurato oggi alle 11.30. «Inclusivo» perché permetterà di giocare a tutti i bambini, anche a quelli con disabilità.

Grazie ai giochi speciali che sono stati installati in uno spazio ricavato dentro Parco Petrarca. L'altalena che arriva dalla Svezia con cintura di sicurezza e poggiatesta, il tavolo con la sabbia fatto a misura di carrozzina, il gioco chiamato “non perdere il filo”, con una maniglia da accompagnare lungo un tubo colorato fatto di curve, discese e salite.

Ma il fiore all'occhiello è il percorso per camminare lungo oltre 30 metri che segue una parte del perimetro dell'area. Comincia con parallele di metallo alte 45 centimetri per consentirne l'uso anche ai più piccoli, che poi diventano di 60 e infine di 70.

A Bolzano nasce il parco giochi per i bambini disabili

Su inziativa di alcuni genitori e di una fisioterapista dell'ospedale di Bolzano è stato realizzato sulle Passeggiate del Talvera un parco giochi per bambini disabili. Altalene col poggiatesta, buche per la sabbia fruibili anche per bambini in carrozzina, e le sbarre di acciaio per imparare a camminare. Ovviamente, il parco è aperto a tutti i bambini in modo di favorire l'inclusione. Il papà Marco Bassetti spiega cosa possono trovare i piccoli. Video: Groppo

Nell'ultimo tratto il corrimano è uno solo, pensato per gli ipovedenti. Nel mezzo i pali dove sostenersi. A terra colori diversi in una pavimentazione di gomma colata, che facilita il passaggio delle carrozzine e ha una morbidezza che attutisce i colpi. «Lo spunto? Non c'è. Il percorso l'ho inventato. E dalle mie ricerche non risulta ce ne siano in Italia», dice Christine Janssen, fisioterapista al servizio di Neurologia e riabilitazione dell'età evolutiva dell'ospedale di Bolzano, che ha offerto la sua consulenza per il progetto. Nato da un desiderio condiviso con i genitori dei bambini da lei seguiti negli spazi di Guncina 54. Uno di loro si è speso in particolar modo per seguire l'iter burocratico e le richieste da fare al Comune. È Marco Bassetti, papà di Sofia, nata con una malformazione cerebrale che le impedisce di essere autonoma. «Per noi – dice – significa tantissimo uno spazio così. È un grande passo in avanti perché qui loro possono giocare con altri bambini, i genitori si incontrano e le differenze passano in secondo piano. Sapere che Sofia è accolta in questa struttura ha un grande valore sociale».

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I benefici per i bambini sono così tanti che Christine Janssen si augura un giorno sia possibile fare terapia proprio nel parco. «È il mio obiettivo – spiega – ma dobbiamo superare alcuni ostacoli, anche assicurativi. I bambini qui sono motivati. Perché sanno che alla fine del percorso in cui devono impegnarsi a stare in equilibrio li aspetta l'altalena, o lo scivolo. E poi imparano tanto dall'imitazione di altri bambini».

La mamma: "Il parco inclusivo un'occasione per i bimbi che hanno difficoltà"

Anna Camarano è la mamma della piccola Sofia: "Il parco per i bimbi disabili sul Talvera è un'occasione importante. Permette ai bambini di confrontarsi con gli altri e non sentirsi soli". Video: Gnews L'articolo

L'ampliamento del parco è di 350 metri quadrati ed è costato all'amministrazione comunale 75 mila euro (cifra che comprende l'acquisto dei giochi). I lavori, cominciati a metà maggio, sono durati poco più di due mesi. Il progetto è stato disegnato dalla geometra Katia Zanoner della giardineria comunale. «È un'opera unica e innovativa – commenta – ed è stata una sfida. Abbiamo lavorato tutti con grande entusiasmo».

Per Christine Janssen, da molti anni in servizio al San Maurizio, “è il coronamento di un sogno. Avevo questa idea in mente da dieci anni e finalmente è diventata realtà”.













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