Al parco inclusivo, Klaiver può tornare sull’altalena

Folla e commozione all’inaugurazione dell’area giochi dedicata ai bimbi disabili I genitori: «Finalmente». Il Comune promette di realizzarne in ogni quartiere


di Elisabetta Bottoni


BOLZANO. Klaiver si lascia beatamente dondolare da sua mamma, Vera Taka, sull'altalena appena montata nel Parco Petrarca, sul pezzo di terra che raddoppia l'area giochi nella zona dell'ex Orso Pippo. Un'altalena che sembra una poltrona, con uno schienale alto e misure di sicurezza.

È uno dei giochi installati nel parco, inclusivo perché accessibile anche ai bambini con disabilità, realizzato dalla Giardineria del Comune e inaugurato ieri lungo le passeggiate del Talvera. Klaiver, otto anni, non cammina più dall'età di cinque. «Da piccolo - dice la madre - andava sull'altalena ma da quando non può più camminare è oggi la prima volta, e da qui non se ne vuole andare».

Parco per i bimbi disabili, la fisioterapista che ha ideato i giochi

Christine Janssen è la fisioterapista dell'ospedale San Maurizio di Bolzano che ha ideato giochi e percorsi per i bambini disabili nel parco "inclusivo" inaugurato sulle passeggiate del Talvera. Video: GNews L'articolo

Un altro bambino sfreccia con la carrozzina nel parco come guidasse un'auto in una pista, adesso con la pavimentazione di gomma colata si può. È a prova di carrozzina.

Una festa per genitori e bambini, il primo giorno al parco inclusivo.

Sotto un albero tre volontarie suonano la chitarra e lasciano strimpellare anche i più piccoli, seduti in semicerchio. I giocatori degli Yankees, la squadra di calcio dell'associazione «Il sorriso-Das Lächeln», distribuiscono il caffè preparato da loro.

«Il parco è un'occasione per socializzare e integrarsi. È sempre stata una battaglia trovare un posto dove i nostri figli potessero giocare con quelli della loro età. Qui è possibile», dice la rappresentante dell'associazione, Renate Schwienbacher, mamma di Samuel, con la sindrome di Down. Genitori con energia da vendere, come Marco Bassetti, papà di Sofia, affetta da una malformazione cerebrale, che ha partecipato attivamente alla realizzazione del progetto.

«Adesso che abbiamo la struttura fisica, dobbiamo fare la struttura sociale – dice -, si tratta di abitare il parco per valorizzarlo».

L'idea di un parco inclusivo ha cominciato a prendere forma quando l'esigenza dei genitori si è incontrata con il sogno di una fisioterapista. «Senza il contributo di Christine Janssen questo non sarebbe stato possibile», riconosce Bassetti. Christine Janssen è fisioterapista al servizio di Neurologia e riabilitazione dell'età evolutiva dell'ospedale di Bolzano. È suo il copyright sulla novità del parco, un percorso per imparare a camminare, fatto di corrimano di acciaio di diverse altezze e difficoltà.

Il papà: "E' un parco giochi per bambini speciali"

Il parco inclusivo inaugurato sul Talvera "è uno spazio per bambini speciali, che permette loro di sentirsi uguali agli altri". Parola di papà Joern Weihprachtitzky Video: GNews

«La mia speranza – dice - è che un giorno si possa fare terapia all'aperto. Abbiamo scelto questo posto anche per la vicinanza a via Guncina», dove si trova la sede del servizio. «Mi auguro si concretizzi questa possibilità», afferma il sindaco Renzo Caramaschi che sottolinea: «La giunta si impegna a creare parchi attrezzati per tutti anche in altre zone, a cominciare da Firmian e Oltrisarco».

A Bolzano il primo parco giochi per i bambini disabili Altalene con il poggiatesta, la buca della sabbia per carrozzine, le sbarre per camminare: apre oggi una struttura dedicata

Il progetto lo ha fisicamente disegnato Katia Zanoner, geometra della Giardineria, responsabile di 49 aree gioco presenti in città e della manutenzione di 350 strutture. «È il risultato di un lavoro fatto in stretta sinergia con Christine - racconta commossa la Zanoner -. Ci siamo viste ogni settimana per decidere i dettagli, dai colori della pavimentazione al tipo di gioco da acquistare».

Oltre alle altalene, il tavolo con la sabbia, il gioco a molle, i percorsi con la maniglia. «Abbiamo persino misurato la presa delle manine dei bambini prima di ordinare le parallele della struttura per il camminamento».

La Janssen, intanto, si gode la festa: «Certo, il matrimonio e la nascita dei figli restano momenti indimenticabili, ma tolti quelli, oggi è uno dei giorni più belli della mia vita.

Perché io quei bambini ce li ho nel cuore».













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