ECOLOGIA

A Bolzano Sud “spuntano” i primi tetti verdi su Fiera, capannoni e fabbriche

Il progetto di Comune, Eurac e imprese per contrastare il cambiamento climatico che in Zona segna 2,7 gradi in più rispetto al resto della città. Bassi costi di realizzazione e manutenzione e grande ritorno per l’ambiente


Paolo Campostrini


BOLZANO. Uno, quando è in coda aspettando di arrivare a ponte Roma oppure si mette in cammino verso le fabbriche di solito non guarda il termometro perché ha altro da fare ma lì, in Zona, ci sono di media 2,7 gradi in più, d’estate, rispetto alla media urbana. Non è poco. Di questi tempi è moltissimo.

L’isola di calore

Questo fenomeno a Bolzano sud ha un nome: “isola di calore”. Tante costruzioni, tanto traffico, pochi alberi, ed ecco il risultato. Una porzione di città che sta peggio delle altre. Ma dove lavorano decine di migliaia di persone. Soluzioni? Una è farci arrivare poche auto. Difficile. L’altra, molto più economica, è farci arrivare più verde. Partendo dall'alto. Nasce qui il progetto tetti verdi. Che è già a buon punto, tanto che a settembre dovrebbe mettersi in moto. Punta a far salire le piante in quota, sfruttando una tipologia costruttiva della Zona che, in questo caso, si rivela funzionale, vale a dire i tetti piatti delle fabbriche e dei magazzini. Ieri al “Noi” uno dei motori della possibile riconversione innovativa e sostenibile della vecchia zona produttiva, si sono ritrovati il Comune, che conduce il progetto, l’Eurac, che ne sta analizzando la fattibilità e alcuni imprenditori, i quali sono chiamati a ospitare sopra le loro aziende la rivoluzione verde. E pure a dire la loro. Molti sono stati già contattati nei mesi scorsi dai gestori dell'indagine, come la Fiera (che ha fatto da battistrada avviando la prima sperimentazione), Clima Grün, Klima Roehler, Heinrich Gasser, Technoalpin, Obi, lo stesso Noi.

Costi bassi

Al fondo ci sono anche vantaggi pratici: bassi i costi per l'investimento e per la manutenzione rispetto ai vantaggi, che vanno dalla visibilità dell’inserimento verde anche a vantaggio dello stesso personale delle aziende vista l’accessibilità dei tetti, il loro ruolo sociale anche rispetto alle strategie aziendali possibili. Ma al centro dell’operazione che è inserita nel più vasto progetto europeo Horizon ed entra anche a pieno titolo nel piano del verde comunale, ci sta un'orizzonte: la riprogettazione della Zona. La sua fuoriuscita da una sorta di monocoltura architettonica e insediativa, nata in anni in cui l’ecologia era il fanalino di coda della politica, il suo inserimento invece a pieno titolo nel resto del tessuto urbano. Partendo, appunto, dal benessere di chi ci lavora e da una serie di scelte sostenibili. A implementare questo cammino verso una sempre più bassa emissione di Co2 ovunque si trovi, ci sta il Comune e in particolare l’assessora all’ambiente Chiara Rabini: «Questa indagine tra i possibili destinatari dell'iniziativa trova al nostro fianco l’Eurac ma vogliamo anche dare l’esempio».

Anche sugli edifici comunali

E infatti i tetti verdi inizieranno ad apparire sugli edifici di proprietà municipale. Partendo dai magazzini ai Piani, dalla stamperia comunale in via Lancia, e poi la scuola materna Bambi, la scuola Stolz, le Longon e Archimede, le Ada Negri, quelle di Druso est, gli edifici comunali di via Galilei, le Dante Aligheri. Ma è Bolzano sud al centro degli sforzi. Per far fuoriuscire il quadrante dal suo destino di calore e inquinamento e provare a farne anche spazio per la vita sociale e la cultura. I giardini dei “Noi”, che hanno ospitato questo prima faccia a faccia tra imprenditoria e istituzioni, ne è un punto di partenza. Poi toccherà anche al resto della città sviluppare questo nuovo concetto di verde “cittadino” che potrebbe essere una delle soluzioni praticabili per contrastare il cambiamento climatico anche nelle realtà urbane.













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