A Druso Est 500 alloggi Fino a 4 mila euro al metro

Cooperative e privati pronti ad aprire i cantieri. Palazzina Ipes ancora in forse Aprirà un supermarket MPreis, dubbi sull’asilo comunale, lavori al via nel 2015


di Davide Pasquali


BOLZANO. Druso Est, si stanno scaldando i motori. Via ai lavori nel 2015. Sulla sinistra, verso le case delle infermiere, quattro palazzine delle coop, due a forma di L più altre due a pianta quadrata. In totale, 254 alloggi, di cui trenta destinati al ceto medio. Ambitissimi. La sola Confcoop si attende 550 soci interessati di cui 400 con punteggio significativo, ma in corsa ci sono anche Legacoop, Arche im Kvw (60 soci in lista) e Agci (decine di manifestazioni d’interesse). Le stime parlano di circa 2.800-2.900 euro al metro quadrato. Sulla destra, altre sette palazzine dei privati. Acquisterà chi non riuscirà a essere ammesso alle graduatorie in coop e chi potrà permetterselo. Il ceto medio però è in difficoltà e, probabilmente, in media non si riuscirà a vendere a più di 3.500-4000 euro al metro quadro, e questo solo a patto di realizzare metrature non striminzite come da arcinoto copione bolzanino. In mezzo, fra coop e privati, altri tre edifici: verso il San Maurizio un condominio privato realizzato da Confcoop; 33 alloggi dei quali una trentina già venduti sulla carta a qualcosa più di 3.000 euro più Iva al metro quadro; davanti a questo edificio, l’asilo comunale, che si spera verrà realizzato in tempo utile per le giovani famiglie e non fuori tempo massimo come a Firmian o Casanova; oltre la materna, sul fronte strada di viale Druso, un altro edificio che in teoria sarebbe destinato all’Ipes ma che, adesso come adesso, dato che le risorse provinciali scarseggiano, ancora non si sa se verrà realizzato. In Comune ancora non è giunta comunicazione ufficiale al riguardo. L’assessore Chiara Pasquali spera ce la si faccia, ma il carteggio è tutt’ora in corso e ancora nulla è stato perfezionato. Se l’Istituto provinciale edilizia sociale dovesse rinunciare, trattandosi di cubatura urbanisticamente destinata all’edilizia agevolata, il lotto andrebbe ad ingrossare le file degli alloggi in cooperativa, non di quelli privati. Infine, sul fronte strada, si erigeranno altri due lunghi edifici bassi: a sinistra un ampio supermercato (con ogni probabilità un MPreis), a destra negozi di vicinato, bar, tabacchino, servizi vari. Si sta già progettando e si cercano gli esercenti.

Al centro dell’attenzione mediatica ci sono soprattutto le coop, perché da pochi giorni è partito il bando per l’assegnazione delle aree, con scadenza a fine gennaio e preassegnazione entro marzo. La sola Confcooperative riceve decine di telefonate al giorno, tanto che ha dovuto triplicare gli impiegati dedicati. Tutte le centrali cooperative, però, hanno già organizzato da tempo serate informative. Un fatto è certo: gli alloggi disponibili sono pochi rispetto alle richieste: Druso Est è l’ultima zona di espansione della città e, quindi, la corsa all’accaparramento è più che comprensibile. Nel frattempo, su coordinamento dell’architetto Paolo Berlanda, si stanno progettando gli spazi verdi - compresi alberi da frutto e macchie mediterranee - che saranno comuni e verranno gestiti in comune assieme ai duemila metri cubi di volume per la sala incontri e all’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici sui tetti. Al proposito - su proposta del presidente di Arche im Kvw, Leonhard Resch, già recepita da Confcoop - si sta pensando di costituire un consorzio di cooperative, un unico soggetto che renderebbe più fluida la gestione del prima (infrastrutture primarie), del durante (suddivisione dei lotti fra centrali cooperative) e del dopo (gestione futura del complesso, che in sostanza sarà un super-condominio).

Nel frattempo stanno progettando e fremono i privati: sette edifici di dieci piani. Tolti attici e piani terra con giardino, si punta ai trilocali ampi con due bagni e ai bilocali da 65-70 mq. Il problema grosso, come sottolinea l’architetto Augusto Visintini per conto del consorzio che costruirà, sono i tempi lenti della burocrazia. Un tempo non ci si badava troppo, perché il tempo perso si riguadagnava poi con le vendite. Grazie all’inflazione e ai prezzi più alti. Ora, in fase di stagnazione, con l’inflazione ferma al palo, prima si parte meglio è.

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