A padre Fornasier premio per la difesa dei diritti umani

Riconoscimento del presidente della repubblica di Timor Est Il bolzanino è impegnato come missionario dal 1969


di Davide Pasquali


BOLZANO. «La notizia è di quelle importanti». Lo annuncia commosso il responsabile del gruppo missionario di Regina Pacis, Gianfranco Ferro. «Riguarda un nostro concittadino, don Pierluigi Fornasier, sacerdote missionario della diocesi di Bolzano già dal lontano 1969». La notizia è questa: con decreto della presidenza della repubblica di Timor Est, a don Pierluigi Fornasier e al collega trentino don Francesco Moser è stato assegnato il “Premio nazionale per la promozione dei diritti umani” per i progetti realizzati in dodici anni di permanenza nel Paese. La premiazione avverrà il 10 dicembre prossimo a Dili, la capitale dello stato del Sud Est asiatico, ex colonia portoghese posta, per intendersi, a sud dell’Indonesia e a nord dell’Australia.

Don Fornasier e don Moser «possono essere considerati senza dubbio due personaggi straordinari. Tanto diversi tra loro ma che si completano a vicenda», come racconta Ferro. Dopo 35 anni di permanenza in Brasile, lavorando tra i più poveri delle favelas, ormai battezzati l’uno padre Luis l’altro padre Chico, sono partiti alla ricerca di nuove sfide, stabilendosi a Timor Est per continuare il loro lavoro di evangelizzazione e promozione umana tra gli abitanti dell'isola di Atauro. Hanno dato vita a numerosi progetti innovativi, basati sulla valorizzazione di risorse locali, natura e valori autoctoni. «Il loro lavoro, oltre a quello prettamente pastorale, è stato finora quello di cercare di dare alla popolazione dell’isola la possibilità di vivere il futuro con dignità, in base alle esigenze della vita moderna». La sfida più grande e importante è «aiutare queste persone a comprendere il valore della differenza, l'importanza della solidarietà, il rispetto reciproco, la gestione democratica del lavoro, il valore della cooperazione, la possibilità di riflettere sulla propria vita, sui valori fondamentali e sulle prospettive per il futuro». Tutti principi importantissimi anche per i due missionari che, per lavorare con credibilità, «sono tenuti per primi a rispettarli e a saper valorizzare la cultura locale e il modo di lavorare degli ataurensi, con grande forza di volontà, partecipazione, autocontrollo e rispetto delle differenze culturali».

I principali progetti umanitari realizzati, motivo della concessione del premio nazionale, sono: Boneca di Atauro (una coop di manifattura per la produzione di vestiti e bambole), la Biojoia (coop di ragazze e giovani sordomuti), ristorante Manukokorek, Varanda verde (orti familiari), costruzione di 280 gabinetti per le famiglie di Maquili, acquedotto di Maquili e cisterne familiari, falegnameria di Maquili, gruppo Rapin-hiri di Maquili (produzione di tessuti con le foglie della palma), corsi di cucito a Maquili e Vila Maumeta, un progetto di formazione e promozione umana a Gruta Santana (Dili), costruzione di un centro sociale a Maquili, copstruzione del Memoriale del piccolo agricoltore e di una biblioteca a Vila Maumeta.

Attualmente è in corso la costruzione di vasche e l'esecuzione di lavori accessori per l'allevamento del pesce "tilapia" nel villaggio di Maquili. Tutti i progetti sono stati realizzati con il concorso del Gruppo Missionario Regina Pacis e il cofinanziamento da parte di Provincia, Regione e Comune.

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