LA CONCESSIONE 

A22, c’è un nuovo intoppo Giallo sugli utili da restituire

BOLZANO. È di nuovo allarme sulla A22. L’assemblea dei soci convocata per domani pomeriggio si troverà a discutere di un nuovo scoglio, che si aggiunge ai problemi sulla finanziabilità di un...



BOLZANO. È di nuovo allarme sulla A22. L’assemblea dei soci convocata per domani pomeriggio si troverà a discutere di un nuovo scoglio, che si aggiunge ai problemi sulla finanziabilità di un pacchetto di opere e sulle tariffe. La situazione è talmente intricata, che il presidente trentino Maurizio Fugatti l’altro giorno in aula ha messo sul tavolo l’ipotesi che salti tutta l’operazione sull’affidamento della gestione alla società in house e si vada a gara. «Difenderemo la nostra governance, anche se si dovesse alla fine andare a gara», così Fugatti. Ma, come detto, l’elenco dei problemi va oltre il braccio di ferro con il ministero sulla governance. L’ultimo nodo riguarda gli utili non investiti dal 2014 ad oggi che per legge dovrebbero tornare allo Stato: oltre 200 milioni di euro (302 milioni secondo un’altra stima). Il tema era stato discusso nella seduta del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) del 29 novembre, che aveva approvato lo schema di «Accordo di cooperazione relativo all’affidamento della tratta autostradale A22 Brennero – Modena». Il presidente Arno Kompatscher, a Roma in rappresentanza degli altri presidenti, aveva riferito che il problema era stato superato: «Contestiamo quella cifra. Abbiamo ottenuto che nell’accordo venga scritto che si farà una verifica sui calcoli e che gli eventuali utili restituiti allo Stato tornino alla società per investimenti». Ma la delibera del Cipe, inviata alla Corte dei Conti per l’esame e non ancora pubblicata ufficialmente, ha messo in allarme il governatori, perché non riporterebbe la clausola sulla «partita di giro» degli utili. La Regione ha chiesto ufficialmente al Cipe gli atti, compresi i verbali della seduta. Non sarebbe superato neppure il braccio di ferro sugli 800 milioni di lavori per il territorio, che sarebbero stati esclusi dal piano trentennale degli investimenti.

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