A22, per adesso autovelox solo mobili

Due nuovi cartelli a Laimburg e Salorno. Posizionati per evitare i ricorsi in caso di contravvenzioni per eccesso di velocità


di Davide Pasquali


BOLZANO. Sgombriamo subito il campo dai dubbi: per adesso, sull’A22 non verranno installati autovelox fissi. E non si monteranno nemmeno i cosiddetti tutor, come quelli presenti ad esempio sull’A4 Milano-Venezia. Epperò, l’intenzione di effettuare controlli sulla velocità sempre più assidui è chiara. Anche perché negli ultimi tempi - lo confermano le statistiche di A22 - stanno effettivamente portando a risultati positivi in termini di riduzione dell’incidentalità e delle relative vittime, per non parlare dei decessi, letteralmente crollati: negli ultimi sei mesi e mezzo sul tratto regionale dell’A22 non è morto nessuno. Un vero e proprio record. Da mantenere.

Stiamo parlando dei due nuovi vistosi cartelli posizionati lungo l’Autostrada del Brennero nei giorni scorsi e che stanno cominciando letteralmente a seminare il panico tra gli automobilisti locali e non, specie tra i pendolari che quotidianamente percorrono in su e in giù la tratta altoatesina a valle del capoluogo. Prima i cartelli non c’erano, adesso però ci sono. E il motivo, anche se ufficialmente tutti smentiscono e nessuno conferma, è uno solo e bello chiaro: ci si vuole tutelare - o meglio blindare - contro eventuali ricorsi amministrativi così da poter piazzare telelaser e autovelox ogni qual volta venga ritenuto necessario per tutelare gli automobilisti.

Ma cominciamo con ordine. I due cartelli di cui sopra sono stati posizionati uno in direzione sud poco prima di Salorno e l’altro in direzione Nord poco prima di Laimburg. Impossibile non vederli, anche perché l’obbligo del bilinguismo necessita dei suoi spazi. Sopra sta un piccolo cartello in campo bianco: Polizia stradale. Sotto un grande cartello verde: controllo elettronico della velocità. Quattro parole che atterriscono, specie gli altoatesini, al contrario dei trentini non ancora avvezzi agli speed check, ossia ai dissuasori di velocità, le colonnine arancioni poste a lato delle strade allo scopo di rallentare la velocità dei veicoli in transito nelle zone calde. Dentro non si sa se ci sia l’autovelox o meno. E così, precauzionalmente, tutti o quasi rallentano. Lo stesso concetto sta alla base dei tutor, che misurano la velocità media in un certo tratto di autostrada. La Polstrada ne caldeggia l’installazione anche da noi; i vertici di A22 non si sono ancora persuasi dell’utilità.

Intanto, si effettuano controlli mobili, da pattuglia in movimento o ferma a lato della carreggiata, con autovelox o telelaser. Ma c’è un ma: per la direttiva Maroni l’automobilista deve essere avvertito almeno 4 chilometri prima. In precedenza lo si faceva con i pannelli elettronici a messaggio variabile. Che però - ci si è accorti - nei due tratti citati sopra sono distanti più di 4 chilometri l’uno dall’altro... Di più: alcune recenti sentenze a livello nazionale hanno chiarito: il pannello a messaggio variabile non è mica sufficiente. Ci vuole il cartello. Quindi, per evitare contestazioni in caso di sanzioni, s’è pensato di integrare...

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