Achammer: «Nessuna svolta a destra»

L’Obmann della Svp rassicura Roma sulle prossime alleanze a Bolzano. Randi: «Per ora non mi dimetto»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Il caso Bolzano ha aperto una frattura aspra nella Svp. L’Obmann Philipp Achammer è intervenuto ieri sulle dimissioni del sindaco Spagnolli con toni assai più critici rispetto al presidente provinciale Arno Kompatscher. In fondo era stato proprio Kompatscher, insieme al vicesindaco Klaus Ladinser, a «sdoganare» le dimissioni del sindaco Luigi Spagnolli dicendo che «se non si riesce a governare, bisognerà chiudere». E così è stato. Achammer rivela ora che avrebbe preferito uno scenario diverso e precorre i tempi sulle prossime alleanze elettorali nel capoluogo: «Non con “questa” destra». Un messaggio che sembra indirizzato a Roma, al governo e al Pd nazionale, cioè a Renzi. Achammer parla a Roma per farsi capire anche in casa propria. Le elezioni anticipate hanno ridato forza nella Svp a chi chiede di rompere con il centrosinistra. In fondo il modello di Laives sta funzionando bene. Nel Pd di Bolzano avvertono che il governo può digerire Laives, ma uno strappo sul capoluogo non verrebbe accettato. La Parteileitung della Svp discuterà oggi di Bolzano con Ladinser e l’assessora Judith Kofler Peintner. L’Obmann cittadino Dieter Steger è impegnato a Vienna in una visita dei capigruppo provinciali e rientrerà per partecipare mercoledì alla seduta della Svp cittadina. Steger, infuriato, è pronto a dimettersi, ma è probabile che gli verrà chiesto di attendere almeno qualche mese. Questa sera si riunirà anche l’assemblea del Pd e la segretaria Di Fede proporrà le dimissioni dal Comune dell’assessore Mauro Randi e dei consiglieri comunali.

Il gelo di Achammer. L’Obmann definisce «deludente» il passo di Spagnolli e rivela: «Mi sarei aspettato almeno una giunta “tecnica”, di alcuni mesi o un anno, per portare avanti alcune delibere importanti per Bolzano». Così Achammer descrive la situazione del capoluogo: «Un caos, una instabilità che lascia molti punti di domanda. Speriamo di riuscire e ad avere una legge elettorale nei prossimi mesi. I bolzanini si meritano una amministrazione stabile». Ladinser dovrebbe dimettersi subito? «Ne discuteremo domani (oggi, ndr) e vorrei sentire sia il vicesindaco che l’assessora Kofler Peintner, poi la Svp di Bolzano discuterà mercoledì», risponde Achammer. Sulle prossime alleanze,l’Obmann ribadisce la sua linea della scorsa primavera, prima delle comunali di maggio: «Con le attuali forze della destra italiana, alcune delle quali orgogliosamente fasciste, non è pensabile alcuna discussione. Si deve governare con chi contribuisce alla convivenza». Achammer ha sempre detto «non con la Lega». E con eventuali liste civiche moderate, con candidati anche di centrodestra? È questa una delle ipotesi portate avanti da una parte della Svp, da Elena Artioli («saranno le elezioni delle civiche») e da chi nel Pd ha deciso «basta per sempre» con sinistra e Verdi. «Dipende tutto dai valori. Con i moderati non si porranno veti a priori», risponde Achammer. Difficilmente Ladinser potrà candidarsi ancora. La Svp avrà bisogno di un nuovo leader per la lista. La Tageszeitung ha riferito di un possibile ritorno sulle scene dell’ex vicesindaco Elmar Pichler Rolle.

La scelta del Pd. Randi è contrario a dimissioni immediate. «Come minimo dobbiamo aspettare le decisioni della Svp. Ladinser aveva annunciato dimissioni in contemporanea con Spagnolli, ma non le ha presentate. Dobbiamo capire cosa sta succedendo. La “poltrona” non c’entra nulla con un congelamento di qualche giorno». Secondo Randi, il prossimo candidato sindaco andrà scelto con primarie e il Pd deve recuperare il rapporto con gli ecosociali: «Spagnolli ha detto al festival del vostro giornale che sarebbe stato costretto al governicchio. Io credo che fosse tutto calcolato». Sandro Repetto è pronto a dimettersi: «Prima andiamo via, meglio sarà. O vogliamo che le persone ci lancino le uova per strada?».

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