polizia

Ad un bolzanino truffatore seriale tre anni per droga 

A suo carico molte denunce: vendeva pc, cellulari e ricambi d'auto inesistenti. Il 20 gennaio 2020 gli agenti lo avevano fermato nell’area di servizio Laimburg



BOLZANO. Il 20 gennaio del 2020, gli agenti della questura lo avevano fermato nell’area di servizio Laimburg. Lui, bolzanino classe 1969, con alle spalle una lunga serie di reati contro il patrimonio, viaggiava su un’auto in cui erano stati nascosti quattro involucri contenenti cocaina, per una quantità complessiva di quattro etti. Il bolzanino era insieme a un tunisino di 33 anni: uno dei due si trovava a bordo di un’auto, mentre il secondo era lì vicino, intento a rovistare nel terreno.

La successiva perquisizione aveva portato gli agenti alla scoperta delle piccole confezioni di droga nascoste in un calzino. Processato per quel fatto e anche per la violazione degli obblighi di assistenza familiare, l’uomo è stato condannato complessivamente a 3 anni, un mese e 14 giorni e, alla fine del mese dello scorso dicembre, quando le sentenze sono passate in giudicato, gli agenti della Squadra mobile di Bolzano hanno provveduto a renderle esecutive.

Ma i guai, per l’uomo non sembrano affatto finiti: ancora pendenti sono numerose cause per le truffe di cui negli anni scorsi s’è reso protagonista. Dipendente di una ditta veneta, di cui era referente di zona, il bolzanino approfittava della sua posizione per entrare in contatto con le sue vittime nel corso dei normali contatti di lavoro. Con la bravura e la naturalezza di chi sa bene come conquistare la fiducia delle persone, riusciva a gestire il dialogo a piacimento e poi, prospettava ai suoi interlocutori la possibilità di acquistare computer, smartphone e tablet di grandi marche - in particolare quella che ha come simbolo la mela morsicata -a prezzi vantagiosissimi. Spiegava che aveva sotto mano un grosso stock di apparecchiature che egli avrebbe potuto vendere sottocosto, ovviamente a poche persone e con grande riservatezza. Le chiacchiere ipnotizzavano le “vittime” le quali, in diverse occasioni, hanno consegnato all’uomo consistenti anticipi. Centinaia di euro che il bolzanino intascava, con aria affidabile e rassicurante, prima di sparire. Poi, come da copione, il pc, il telefono o il tablet non arrivava. Ritardi, intoppi e le scuse più strampalate servivano a trascinare per un po’ la storia che si concludeva sempre nello stesso modo: con una denuncia nei confronti del cinquantaduenne il quale non si limitava a “commercializzare” apparecchiatura elettroniche, ma riusciva anche a farsi anticipare denaro anche nella vendita di inesistenti ricambi per auto. Numerose sono le denunce e numerose le indagini a suo carico ancor in corso. Insomma, per lui sono in arrivo altri problemi.

 













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