Addio via Locatelli: chiusa per sempre la casa della destra bolzanina

Dall’Msi a Fratelli d’Italia, finisce un pezzo della storia politica della città: Holzmann ha restituito le chiavi e spostato il partito in via Gaismair, all’ex Prc


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Addio a via Locatelli. È stata chiusa la sede storica della destra bolzanina. L’ex deputato Giorgio Holzmann, titolare del contratto di affitto, ha restituito le chiavi al proprietario e spedito gli scatoloni nella nuova sede di via Gaismair, più piccola ed economica. Straordinaria coincidenza, quella un tempo era la sede di Rifondazione comunista. Sulla porta di via Gaismair ora c’è il simbolo di Fratelli d’Italia, il nuovo approdo politico di Holzmann, e, tra gli altri, Alberto Sigismondi, Mariateresa Tomada, Paolo Bertolucci, Fernando Pontecorvo, Massimo Berloffa, Christian Bianchi.

Il trasloco rappresenta la parabola perfetta di un fallimento politico, quello della destra altoatesina. Il gruppo Holzmann era rimasto l’ultimo a presidiare la sede, dopo le scissioni e gli strappi. La destra altoatesina ha perso un petalo dopo l’altro. Via Locatelli resterà legata agli anni dell’Msi e di An. Nel 2009 è iniziata la stagione del Pdl, ma la crisi era già conclamata. Via Locatelli era stata la sede del gruppo Holzmann, mentre Michaela Biancofiore non ha mai lasciato gli uffici adiacenti di piazza Vittoria, prima Forza Italia e tuttora Pdl. Da via Locatelli hanno preso il largo, Unitalia con il gruppo di Donato Seppi in anni lontani e più di recente, in un crescendo rissoso, Futuro e libertà e Alto Adige nel Cuore di Alessandro Urzì, La Destra di Mauro Minniti.

«Gli uffici di via Locatelli sono stati aperti negli anni Sessanta. Io ci sono arrivato una decina di anni dopo, quando ho iniziato l’attività politica a 13 anni e non me ne sono più andato», racconta Holzmann, «Il trasloco è stato un tuffo nel passato: abbiamo riempito scatole di fotografie e documenti che raccontano la storia dell’Alto Adige. Li abbiamo portati in via Gaismair e dovremo trovare il modo di valorizzare questo materiale».

Gli uffici di via Locatelli sono stati abitati da protagonisti della politica locale come Andrea e Pietro Mitolo, Luigi Montali, Edoardo Eritale, Ruggero Benussi, Adriana Pasquali. I big nazionali della destra e del centrodestra sono passati tutti: Giorgio Almirante, Pino Rauti, Gianfranco Fini, fino a La Russa e Gasparri.

Racconta Fernando Pontecorvo (Fratelli d’Italia): «Vedere quella porta chiusa è un magone quotidiano. Via Locatelli mi ricorda il grande Pietro Mitolo e Franco Bortolameolli, che per tanti anni ci ha aiutato nella segreteria. C’è la tristezza per una politica che non esiste più, in cui si discuteva per settimane su temi chiave come la proporzionale e la toponomastica. Quando alla fine veniva decisa una linea, quella restava. Siamo passati da una politica organizzata a una politica da cani sciolti, costruita con i tweet, in cui conta la tua immagine personale, non il progetto».

Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore) non entrava da anni in via Locatelli: «Ho lasciato tanti ricordi là dentro, che però devono essere liberi da nostalgia, perché le cose non possono e non devono rimanere immutate. Forse il ricordo più intenso è la riunione spontanea alla vigilia del congresso di An del 2007. Siamo rimasti fino alle 3 di notte a parlare con tanti militanti di quello che poteva essere un futuro migliore per la nostra comunità. Al congresso venni eletto presidente, poi l’anno successivo si chiuse l’esperienza di An e nulla fu più come prima». Mauro Minniti milita oggi ne La Destra: «Via Locatelli è stata il cuore pulsante dell’attività politica della destra, gioie e dolori, vittorie e sconfitte sono passate tutte da lì. La chiusura è veramente il congedo da una stagione politica».

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