Aeroporto, offensiva contro la firma 

La gara. Köllensperger invia una diffida a Kompatscher: «Va annullata l’aggiudicazione della gara alla cordata dei privati» Il sospetto: «Nonostante il referendum, la Provincia potrebbe avere trovato il modo per garantire ancora finanziamenti pubblici allo scalo»



Bolzano. Aeroporto, quel contratto non va firmato: lo dice il Team Köllensperger, che ha lanciato ieri la propria offensiva legale. L’azione arriva dopo l’esposto alla Corte dei Conti dei Verdi sul bando di gara e il valore delle quote della società. Paul Köllensperger ha inviato ieri al presidente della Provincia Arno Kompatscher e alla avvocatura provinciale una «Istanza di annullamento della aggiudicazione disposta con il decreto del 13 maggio 2019 e dichiarata efficace con il provvedimento del 19 luglio». Conclusa positivamente la verifica dei requisiti della cordata vincitrice (Gostner-Benko-Haselsteiner), sono partiti i sessanta giorni di tempo entro cui la Provincia deve firmare il contratto definitivo di cessione delle quote della Abd. Ma è esattamente ciò che il Team Köllensperger intende impedire. «Intanto abbiamo inviato l’istanza di annullamento. Poi valuteremo gli altri passi legali», spiegano Köllensperger e Renate Holzeisen. La diffida inviata ieri a Kompatscher ipotizza la «illegittimità della procedura svolta e del provvedimento finale di aggiudicazione». Anche il Team K contesta il valore attribuito alla società e torna a denunciare «l’elusione della volontà popolare» espressa attraverso il referendum. Ma la novità dell’azione presentata ieri è rappresentata da alcuni documenti che, se confermati, potrebbero aprire la strada a un futuro finanziamento pubblico allo scalo. Esattamente ciò che è stato escluso con legge e con il referendum. Viene contestata anche la procedura di gara conclusa, nonostante la presenza di un solo offerente.

I documenti

Solo negli ultimi giorni il Team K è venuto in possesso della lettera inviata il 9 maggio 2016 dal direttore generale dell’Enac Alessio Quaranta all’allora senatore Hans Berger, che lo aveva interpellato. Il tema era il quesito del futuro referendum sull’aeroporto. Questo è il passaggio chiave evidenziato da Köllensperger. Presentando il quadro normativo in vigore, Quaranta scrive, tra l’altro: il socio unico potrebbe cedere «l’intero capitale mediante procedura ad evidenza pubblica, garantendo al cessionario (acquirente, ndr) la liberazione totale da ogni impegno finanziario sotteso agli investimenti aeroportuali e assicurando parallelamente l’operatività aeroportuale e con essa l’interesse generale alla mobilità dei cittadini». Questa è la «traduzione» di Köllensperger: «Se è corretta la nostra interpretazione, ai proprietari privati verrebbero garantiti contributi per gli investimenti. Siamo in attesa della interpretazione autentica da parte dell’Enac». Questa lettera del 2016 viene collegata alla delibera provinciale del 13 novembre 2018, dopo il referendum, in cui la Provincia dichiara di considerare «la gestione del servizio aeroportuale come un servizio di interesse economico generale ai sensi della decisione 2005/842/CE della Commissione europea del 28 novembre 2005». Un Sieg (servizio di interesse economico generale), chiariscono, può ricevere fino al 75% di contributi per gli investimenti. La sintesi del Team K: «Smentiamo che il quesito dell’aeroporto riguardasse solo il contributo pubblico: i cittadini hanno bocciato anche il piano di sviluppo dello scalo. E adesso si apre lo scenario di possibili contributi pubblici». Il Team K non esclude ricorsi al Tar, anticipa Holzeisen, «chiedendo un giudice indipendente».

La replica di Kompatscher

«I Verdi (e in parte anche il TeamK) avevano mentito alla popolazione prima del referendum, promettendo cose impossibili in caso di vittoria del no. E adesso continuano a fare credere che con una legge provinciale si possa regolare il traffico aereo. Invece lo fa l’ente concedente (ministero dei Trasporti ed Enac)», così risponde Kompatscher, «Il futuro gestore non avrà le mani libere: dovrà attendere le prescrizioni del concedente. E la Provincia (oltre a parlare con il futuro gestore) può interagire con il ministero e con l’Enac per incidere su contenuti di future prescrizioni». FR.G.

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