Al pranzo di Natale un materasso da strada in regalo ai senzatetto 

I volontari della San Vincenzo hanno servito 190 persone Un oggetto utile e un invito ad avere speranza nel futuro


di inrica Tudor


BOLZANO. Ieri, come ogni anno, la “Società San Vincenzo De Paoli”, la “Südtiroler Vinzenzgemeinschaft” e le suore della Carità di Bolzano hanno organizzato la «Festa natalizia» per i senza tetto. Questa iniziativa è ormai una tradizione consolidata, infatti sono più di 25 anni che i volontari si danno da fare, sotto le feste, per preparare una giornata speciale anche per chi vive ai margini della società. L'evento, che si svolge alla «Casa Kolping», è iniziato alle 11 con la messa, nella sala San Josef. Per l'occasione, il gruppo musicale proveniente dalla Val Venosta “Einklang and Friends” ha suonato canzoni di Natale, sia durante la funzione sia in seguito, allietando il momento del pranzo. Subito dopo la messa si sono lette due preghiere prese rispettivamente dalla tradizione religiosa musulmana e da quella ortodossa, creando un'atmosfera di scambio e di inclusione religiosa e culturale. «Con questa giornata – spiega Roberto Santamaria, presidente della San Vincenzo di lingua italiana – vogliamo festeggiare il Natale, ma non ci siamo solo per le feste. Per questa ricorrenza abbiamo voluto creare un momento per stare insieme, così come lo si fa a casa in famiglia. Vogliamo trasmettere alle persone senza dimora il messaggio che pensiamo anche a loro, che non sono esclusi dal clima comune di festività». Infatti la San Vincenzo aiuta i senzatetto tutti i giorni anche in piazza Verdi, distribuendo tutte le sere cibi e bevande calde. Ieri a servire i 190 “coperti” nella sala da pranzo della Kolping erano in 26, tutti volontari. Aiutati in cucina dai cuochi di casa Kolping. Dopo il pranzo, come ogni anno, sono stati distribuiti dei regali di Natale, oggetti utili per la vita in strada. Se negli anni scorsi si è trattato di guanti, sciarpe, cappelli o felpe, quest'anno il pensiero consisteva in un materassino isolante. Questo tipo di festa si ripete abitualmente tre volte all'anno: a Natale, a Pasqua e il 27 settembre, il giorno di San Vincenzo. Le persone arrivate ieri a pranzo erano per lo più uomini, ma c'erano anche molte donne e anziani. Una buona parte di loro sono profughi da poco a Bolzano. Altri invece dicono di essere senza dimora da tanti anni, chi 10, chi addirittura 20. Parlando con loro, emerge in certi casi il vano sforzo di riuscire a togliersi dallo stato di indigenza. Un giovane racconta: «Da un po' di tempo ho trovato un lavoro di due ore al giorno, faccio le pulizie in un bar. Sono qui a Bolzano da 15 anni e non è la prima volta che vengo alla festa della “San Vincenzo”. Per fortuna non ho da mantenere che me stesso, se avessi avuto una famiglia sarebbe stato molto peggio». L'impegno dei volontari per creare un clima di festa è tanto ma, vicino ai sorrisi, da molti occhi traspare la rassegnazione e una mancanza di fiducia nel futuro. La festa, però, si è conclusa con un gesto di speranza: il dono di Natale è stato dato emblematicamente anche ad un receptionist della Kolping, con un passato difficile. Come dire: si può sempre ricominciare.













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