Alex Schwazer in marcia verso la gloria

Al suo fianco, in bicicletta, il "fido" Michele Didoni, l'ex campione iridato della 20 km nel 1995 a Göteborg



DAEGU. Se Daegu non fosse una città metropolitana da oltre due milioni e mezzo d'abitanti, il paesaggio assomiglierebbe alla conca di Bolzano. Colline verdi, immense distese di meleti, fiumi, piccole montagne con la punta aguzza. In questi giorni, un po' per smaltire il fuso orario e un po' per prendere confidenza con il clima asiatico, Alex Schwazer ha macinato parecchi chilometri.

Al suo fianco, in bicicletta, il "fido" Michele Didoni, l'ex campione iridato della 20 km nel 1995 a Göteborg che da oltre un anno è il suo allenatore. Alex domenica mattina, saranno le 2 della notte in Italia, sarà sulla linea di partenza proprio della specialità che ha regalato maggiori soddisfazioni alla scuola italiana: la 20 chilometri.

Una gara completamente dalla 50, una distanza dove storicamente la lotta per le medaglie si scatena negli ultimi chilometri tra ritmi folli, crolli fisici, proposte di squalifica e palettine rosse. Per Schwazer, campione olimpico in carica della distanza più lunga, una gara contro gli avversari, una sfida contro se stesso e un duello contro i cinesi che nell'ultimo anno si sono affidati al suo vecchio coach, Sandro Damilano.

Daegu, tappa verso la 50 km olimpica di Londra 2012? «Sicuramente si. All'Olimpiade di Londra voglio tornare l'uomo da battere nella 50 km. Quello è il mio grande obiettivo - tuona il carabiniere di Calice di Racines -. Sono sicuro che questa esperienza mi darà la giusta carica per affrontare tutta la preparazione». Con quali obiettivi affronta il Mondiale? «Fare esperienza anche se sono consapevole che è la gara più importante dell'anno. Negli anni che verrano dovrò esprimere tutto il mio potenziale sulla 50. Se devo essere sincero non voglio pensare troppo alla concorrenza. Credo che, cinesi a parte, se non farà caldissimo con un Borchin (russo, ndr) in forma non ce ne sarà per nessuno». Come valuta la sua preparazione? «Per come era iniziato questo 2011 con l'infortunio al ginocchio devo dire che sono contento perché mi sono allenato bene e non sento pressioni attorno a me. Anche questo è importante. In questi mesi ho fatto tutto quello che si poteva e doveva fare. Nello sport, ed in particolare se è di fatica, non ci si può inventare nulla - dichiara l'altoatesino -. Al 10º km la gara entrerà nel vivo e servirà essere davanti quando il ritmo cambierà». Il suo personale stagionale è lontano dai vertici mondiali, è motivo di preoccupazione? «Ripeto, questa è una tappa verso Londra. I 38'50" sulla 10 km di Pergine Valsugana (miglior prestazione mondiale dell'anno) è un crono che mi ha dato una buona iniezione di fiducia». I grandi favoriti, almeno se prendiamo in considerazione il 2011, sono i cinesi. Il leader stagionale, Zhen Wang, in aprile ha coperto la distanza in 1 ora 18'30", mentre Yafei Chu lo tallona ad otto secondi. Anche il terzo è un portacolori della Cina, Ding Chen (1h18'52). L'Europa proverà a difendersi con i russi Valery Borchin (campione olimpico e del mondo) ed il giovane Stanislav Emeljanov, campione europeo lo scorso anno a Barcellona davanti a Schwazer. Nelle scorse settimane Alex si è allenato prima a Dimaro poi a Bologna per abituarsi al caldo e all'umidità. «Alex a Bologna ha reagito bene al caldo, si è preparato al meglio ma non voglio parlare di medaglia perché nella 20 km ci sono i veri specialisti - afferma Didoni -. Vorrei solo vedere Alex felice».

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