All’ex scalo merci «motori spenti» per il campo da cross

Il «Mototeam Merano» chiede una soluzione al Comune L’area individuata non permette la corretta pratica sportiva


di Simone Facchini


MERANO. Due terreni di proprietà pubblica, sgombri e inutilizzati, e un’associazione sportiva che - a proprie spese - saprebbe bene che uso farne. Un corto circuito amministrativo nel quale nessuno ci guadagna e a perderci sono gli oltre ottanta soci del Mototeam Merano, costretti da un anno allo status di “migranti” per ogni allenamento di motocross. Un iter di domande, relative risposte e appelli a fare esercizio di pazienza, senza che qualcosa si sblocchi.

Il teatro della vicenda è l’areale presso l’ex scalo merci, in mezzo ai campi della zona Rabbiosi, fra Maia Bassa e Sinigo. Fino allo scorso novembre, su un terreno della Provincia (e ancor prima di Azienda energetica), sorgeva il crossodromo del Mototeam Merano, realizzato dal club nel 2000. Tante stagioni di attività, la crescita di numerosi appassionati di questo sport, vari successi conseguiti in regione e non solo, anche un titolo nella Baja World Cup di enduro estremo.

Poi, qualche anno fa la Provincia decide di destinare quell’area a un progetto faraonico: il nuovo poligono di tiro, una cattedrale da 4,7 milioni di euro. Accadeva nel crepuscolo dell’era Durnwalder. L’autunno scorso l’ordine ai motociclisti di lasciare la zona dove sarebbero dovuti cominciare i lavori.

Qualche mese dopo scocca però l’ora dell’avvicendamento a palazzo Widmann con l’insediamento della giunta Kompatscher. Il nuovo esecutivo rivede i programmi: fermi tutti, quel poligono non s’ha da fare.

Frattanto, tuttavia, la dirigenza del Mototeam s’era adoperata per trovare una soluzione di ripiego e pareva anche, attraverso la collaborazione con l’amministrazione municipale, averla trovata. Nelle adiacenze dell’area dove sorgeva il crossodromo, il Comune è proprietario di un terreno al momento disimpegnato. Il club ottiene l’autorizzazione a utilizzarlo e subito è pronto a rimboccarsi le maniche per realizzare la nuova pista.

Non si sono però fatti i conti con l’inquadramento urbanistico della superficie: si tratta di verde agricolo, destinazione che non permette di sfruttare l’area secondo i desideri e le necessità dei motociclisti. Fra l’altro il Comune ha inserito quel terreno nella lista delle zone alienabili e sul tavolo ci sarebbe l’intenzione di una permuta con un rettangolo di frutteti limitrofo al lido, nella zona che guarda alla confluenza, nell’ottica di un futuro ampliamento dell’impianto balneare.

Ma si tratta di ipotesi a lunga gittata, nel frattempo per poter rombare i motori del Mototeam ogni volta devono fare le valigie. Aveva provato, il presidente Michele Mastrocola, a rivolgersi alla Provincia per riottenere in via temporanea il vecchio terreno.

Senza successo: secondo la risposta dell’assessore Arnold Schuler (datata 6 agosto) "l’Azienda Provinciale Foreste e Demanio ha previsto nei prossimi mesi di usare l’area in zona Rabbiosi a Sinigo come deposito intermedio per lo smaltimento del terreno di un’ex area militare in località “Val di Nova” usata in passato come poligono". L’area richiesta non viene per tanto messa a disposizione e il Mototeam rimane con un pugno di mosche in mano, in una situazione paradossale, con un terreno a disposizione dove però le moto non possono correre.

Gli ottanta soci, fra i quali molti giovani e giovanissimi, sono tutt’oggi costretti a emigrare per allenarsi: ad Arco, oppure - soprattutto i ragazzi - a Vadena o a Pergine, con relative spese per gli spostamenti. «Non abbiamo mai chiesto - spiega Mastrocola - e tanto meno chiederemmo contributi pubblici per la realizzazione e la manutenzione di un crossodromo. Solo, che si trovi una via d’uscita per permetterci di svolgere la nostra attività. Nel momento in cui ci si chiedesse di restituire il terreno, saremmo pronti a riconsegnarlo con immediatezza».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità