Alla «Murialdo» una famiglia speciale

Venerdì incontro-dibattito con Andrea e Francesca che assieme ai tre figli crescono i bambini dati in affido dal Tribunale



LAIVES/EGNA. «Il valore dell'accoglienza in Comunità Murialdo: essere casa e Famiglia oggi»: è il titolo della giornata in programma venerdì 20 maggio, promossa dalla Comunità Murialdo di Laives appunto, in occasione della settimana della famiglia.

In questi giorni ci sono eventi, organizzati in diversi centri dell’Alto Adige, dalla Provincia e dai Comuni, per parlare appunto di quella piccola comunità che è la famiglia. Una “struttura” che nella sua formula tradizionale dimostra di essere sempre più spesso in crisi.

Di qui l’importanza di offrire alle coppie in difficoltà un aiuto che può essere rappresentato dalle famiglie che prendono temporaneamente in affido un bambino con l’obiettivo che possa un giorno tornare dai propri genitori; oppure aprire le porte di una Casa famiglia com’è quella della Comunità Murialdo.

Venerdì, dalle 17.30 alle 18.20, ci sarà un interessante confronto presso la sede della Comunità al quale interverranno la coppia che gestisce la Casa famiglia, un referente dei figli naturali e un referente degli accolti.

«Sarà l’occasione - dice Andrea Tomasi, educatore della Comunità - per mettere al centro dell'attenzione il tema dell'accoglienza familiare e l’importanza di creare luoghi in cui poter condividere questo ideale, per farlo crescere nel nostro territorio in un periodo storico difficile».

Tomasi, assieme alla moglie Francesca Penner, coordinatrice degli asili nido dell’Assb, abita nella casa famiglia che la Comunità Murialdo ha aperto, una trentina di anni fa, in via Kennedy.

La loro è una famiglia speciale: hanno tre figli - Arianna, 11 anni, Elia 7 e Samuele 6 - ai quali si aggiungono, attualmente, tre bambini , affidati loro dal Tribunale.

Per loro l’accoglienza è una filosofia di vita e ogni affido una sfida che hanno deciso di affrontare cinque anni fa.

Una scelta tutt’altro che facile di cui parleranno nella tavola rotonda di venerdì: la loro “missione” è accompagnare nella crescita bambini che, su disposizione del Tribunale, vengono tolti alle famiglie d’origine, nella speranza di farli tornare un giorno “ a casa”.

La cosa più difficile per un genitore in affido è capire i bisogni dei bambini, aiutarli a rimarginare se possibile le profonde ferite che si portano dentro, cercando però di non affezionarsi troppo. Tutto questo in un delicato equilibrio tra figli propri e in affido.













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