Alloggi in via Cadorna, il Tar ha bloccato i lavori

Accolta la richiesta di sospensiva presentata dai vicini del condominio Verena Sollevati dubbi su distanze, altezza e cubatura. A marzo la prossima udienza


di Mario Bertoldi


BOLZANO. I ricorrenti del condominio «Verena» in via Cadorna hanno vinto la prima battaglia legale, seppur del tutto provvisoria. Il Tar, tribunale di giustizia amministrativa, ha infatti accolto l’istanza di sospensiva avanzata dagli avvocati Federico Mazzei e Antonella Benedet con la quale si chiedeva di sospendere la validità della concessione edilizia per la costruzione del primo dei due condomini progettati al posto degli ex campi da tennis.

Si tratta complessivamente di una cinquantina di appartamenti messi in costruzione per il ceto medio da Confcoop e Kvw. In sede di provvedimento cautelare i giudici hanno rilevato l’esistenza del cosiddetto «fumus boni iuris» riconoscendo di fatto l'esistenza di sufficienti presupposti per intervenire prima del pronunciamento nel merito. Il Tar ha dunque accolto la richiesta di sospensiva bloccando immediatamente i lavori nel cantiere. Tutto rimarrà fermo per mesi, almeno sino al 9 marzo 2016 quando la questione tornerà davanti ai giudici per la prima udienza di merito. Cosa lamenta il condominio «Verena» ? In primo luogo la presunta violazione di alcuni criteri imposti dall’amministrazione comunale nel piano di attuazione per lo sviluppo urbanistico dell’area.

I legali del condominio «Verena» lamentano in sostanza lo sforamento dei limiti di cubatura ed il mancato rispetto delle distanze rispetto ai soggetti confinanti, tra cui lo stesso condominio «Verena». Secondo i legali ricorrenti l’atto di concessione andrebbe annullato in quanto il progetto contestato non rispetterebbe, come detto, i limiti urbanistici previsti dalla stessa amministrazione comunale. Non solo. L’area ove è in costruzione il primo condominio (quello progettato dalla cooperativa Volke 07 per un totale di 35 appartamenti) è priva di possibilità autonoma di accesso e di infrastrutture tecniche (allacciamenti idrici, elettrici, fognari ecc.) per cui si renderà necessario ottenere una servitù che però al momento non risulta intavolata. Anche in questo caso secondo gli avvocati ricorrenti la situazione sarebbe del tutto anomala e la concessione edilizia va annullata. E’ sulla base di queste argomentazioni che i giudici del Tribunale giustizia amministrativa (rilevando l’esistenza di un fondamento giuridico e, dunque, di una «parvenza di buon diritto) hanno concesso la sospensiva con contestuale blocco dei lavori. Per la cooperativa impegnata nei lavori e per i suoi 32 soci (cioè i titoli dei futuri appartamenti progettati nel palazzo) si tratta di un danno rilevante.

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