Alto Adige: aumenti solo per il 2009ai 34 mila dipendenti provinciali

«Se, come sembra, lo stop dei rinnovi contrattuali farà parte dei principi della riforma statale - ha precisato il presidente Luis Durnwalder - la Provincia di Bolzano non potrà fare altro che adeguarsi a quanto deciso a livello nazionale, dove il blocco parte dall’inizio del 2010»



BOLZANO. La Provincia blocca il rinnovo del contratto di intercomparto (34 mila persone), incolpando i sindacati per il mancato accordo dei mesi scorsi. I sindacati rispediscono le accuse al mittente e parlano di mancanza di convinzione nella difesa dell’autonomia.
Alla luce della nuova direttiva statale, che prevede il blocco triennale dei rinnovi contrattuali nella pubblica amministrazione, nella sua seduta settimanale, la giunta provinciale ha dato mandato all’Agenzia provinciale per la contrattazione di avanzare una proposta economica che vada sì a coprire l’aumento dell’inflazione, ma soltanto per l’anno 2009.
«Se, come sembra, lo stop dei rinnovi contrattuali farà parte dei principi della riforma statale - ha precisato il presidente Luis Durnwalder - la Provincia di Bolzano non potrà fare altro che adeguarsi a quanto deciso a livello nazionale, dove il blocco parte dall’inizio del 2010».
Durnwalder non ha risparmiato un duro affondo nei confronti dei sindacati: «Avrebbero fatto meglio a trattare in maniera diversa il rinnovo del contratto intercompartimentale: sarebbe stato possibile anticipare il provvedimento governativo, prevedendo così degli aumenti anche per l’anno in corso».
In verità, come detto sopra, il governatore altoatesino ha in effetti spiegato che occorrerà verificare se la limitazione pretesa dalla manovra governativa sia da considerarsi un principio di riforma finanziaria. In caso contrario, ha sottolineato Durnwalder, «potremmo anche impugnarla». Ma il presidente, su questo aspetto, è parso alquanto scettico.
«Non è affatto stata colpa nostra, se il contratto di intercomparto non è stato firmato»», contrattacca Mauro Todesco, funzione pubblica della Cisl. «I sindacati - spiega - hanno iniziato a premere sulla Provincia già nel 2008, quando ancora non si parlava di crisi e la nostra richiesta era di un aumento del 3,5%. Non siamo stati noi a non volere il rinnovo, quanto piuttosto la Provincia, che ha sempre tergiversato. Siamo anche arrivati a manifestare il nostro dissenso in piazza, e adesso ci accusano di immobilismo, non esiste». Dunque, la Cisl non ci sta, e spiega perché: «Per quanto riguarda 2011, 2012 e 2013, per carità, ci sarà poco da fare. Ma per il biennio 2009-10, i soldi sono già a bilancio. Quello che più stupisce, in questa vicenda, è che quando c’è l’interesse, vedi per esempio la toponomastica, la Provincia va contro la normativa statale. Quando invece non c’è interesse, allora si dice: purtroppo non possiamo far altro che sottostare». Ora si attendono le proposte dell’Agenzia per la contrattazione, «ma ci aspettiamo pochissimo: se va bene si arriverà all’1% di aumento, o poco meno». Forse ancora più dura Cornelia Brugger, funzione pubblica della Cgil: «La manovra governativa parla di un tetto massimo del 3,2%, e noi per il biennio 2009-2010 non lo abbiamo superato, quindi ci sono ancora margini di trattativa. Se ci verrà concesso l’1% di adeguamento all’inflazione, non occorre essere dei matematici per comprendere che siamo lontani dal tetto fissato». Inoltre, per Brugger, non è possibile limitare il rinnovo della parte economica del contratto al solo 2009. «La legge parla chiaro: il rinnovo deve riguardare un biennio». E anche Brugger rispedisce al mittente le accuse della Provincia: «Non potevamo accettare un aumento dello 0,6% lordo, non era dignitoso. Sappiamo che c’è la crisi e che più di tanto non si potrà ottenere, ma i 40mila dipendenti pubblici altoatesini meritano qualcosa in più». Brugger conclude: «C’è mancanza di volontà: se la Provincia volesse, potrebbe trovare una soluzione. Ma il risparmio sarà ingentissimo, e, così, la volontà manca».
Il segretario provinciale della Uil, Toni Serafini, invece, punta a risolvere a livello centrale: «Personalmente ritengo si possa fare poco a livello locale. Dobbiamo agire a Roma. Speriamo e auspichiamo che il ddl venga modificato. Per questo la Uilpa ha organizzato uno sciopero nazionale per venerdì».

© RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità