INFRASTRUTTURE

Alto Adige, Durnwalder contro Roma: "I soldi dell'A22 per il ponte di Messina"

Il governatore contro la decisione dell'Anas di incassare gli utili dal concessionario


Mirco Marchiodi


BOLZANO. L’allarme dell’A22 non resta inascoltato. I presidenti di Trento e Bolzano hanno chiesto un incontro urgente ai ministri Tremonti e Matteoli per chiarire la vicenda. «Il governo vuole i soldi dell’A22 per destinarli al Ponte dello Stretto», è il timore di Durnwalder. Il ministro Matteoli però rassicura: «I fondi del tunnel non sono a rischio».
 L’Anas vuole monetizzare subito il rinnovo delle tre concessioni autostradali in scadenza nel 2014. Quella dell’A22 è la più importante e da qui dovranno arrivare gran parte dei fondi che l’Anas si aspetta: tra i 900 e i 2.600 milioni, e di questi il 70% saranno a carico del nuovo concessionario dell’autostrada del Brennero. «Se sarà così, non potremo più accantonare i 50 milioni all’anno da destinare al finanziamento delle tratte di accesso del traforo di base», l’allarme lanciato dal presidente dell’A22 Paolo Duiella. Ieri ne ha discusso a lungo la giunta provinciale, e al termine della seduta il presidente Luis Durnwalder è stato duro: «Il governo vuole i soldi dell’A22 per costruire il Ponte di Messina. Io e Dellai abbiamo chiesto un incontro urgente al ministro Tremonti per chiarire questa vicenda, il governo deve dirci quello che vuole fare». Per il “Landeshauptmann”, non ci sono dubbi sulla destinazione degli utili dell’A22: «Vanno usati esclusivamente per la realizzazione della nuova linea del Brennero. Sono utili ai quali rinunciamo noi azionisti, ma che vogliamo reinvestire sul nostro territorio».
 Da Trento ribadisce la stessa posizione Lorenzo Dellai: «C’è viva preoccupazione per come lo Stato sta affrontando il tema del rinnovo della concessione dell’A22. Il primo rischio - sostiene Dellai - è che si archivi senza provare a dare un minimo cenno di battaglia l’ipotesi di chiedere a Bruxelles una proroga della concessione motivata dagli investimenti che si intendono fare sul fronte ferroviario. Il secondo è che, ove costretti a gara, le procedure finiscano col garantire notevoli masse finanziarie a favore dell’Anas per interventi che nulla hanno a che vedere con il Corridoio del Brennero».
 Ezio Facchin, amministratore delegato della Bbt, società che gestisce la realizzazione del traforo di base, puntualizza: «L’accantonamento dell’A22 per il tunnel è intoccabile, è fissato anche dalla finanziaria. È prevista un’entrata di 400 milioni, perché per motivi prudenziali è stata dedotta dai 530 milioni che l’A22 accantonerà l’eventuale parte destinata alle imposte».
 Lo afferma anche il ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli: «Il rischio che il governo voglia togliere fondi al tunnel del Brennero è destituito di fondamento. Non comprendo come possa il presidente Luis Durnwalder esprimere simili preoccupazioni sulla base di voci non rispondenti al vero. Il governo non ha fatto promesse al vento, ma assunto precisi impegni indicati nel programma sul quale ha avuto la fiducia degli elettori. Il Ponte sullo Stretto ed il Tunnel del Brennero, entrambe opere del corridoio europeo Berlino-Palermo, sono inseriti in quel programma e le loro realizzazioni saranno rispettate, senza alcuna necessità di spostare fondi da una parte all’altra d’Italia».













Altre notizie

Attualità