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Alto Adige, la provincia italiana con meno slot e videolottery

I dati dei Monopoli di Stato: a livello nazionale nessuna regione ha una densità così bassa di esercizi in cui si gioca: nemmeno 5 ogni 10 mila abitanti. In 55 Comuni altoatesini neanche una concessione statale in essere. Ma a Bolzano città ne restano attive ancora 70 (il 27% del totale). Ora la Provincia si attrezza per proseguire la sua battaglia: dopo la rimozione delle slot dai bar avviata nel 2013, da gennaio 2016 via le macchinette anche dalle sale giochi. E si prepara l'offensiva contro tabacchini e sale scommesse (in collaborazione con Dataninja)


di Davide Pasquali


BOLZANO. L’Alto Adige è la provincia italiana con la minore densità di concessioni attivate per il 2015 dai Monopoli di Stato riguardo al gioco d’azzardo legalizzato. Nemmeno 5 ogni 10 mila abitanti. Tradotto: siamo la provincia italiana con meno esercizi pubblici dotati di slot machine e videolottery. Tutte le altre regioni ne hanno di più. Sono i risultati di un approfondito lavoro di studio sui dati dei Monopoli realizzato dai giornali locali del gruppo Espresso con la collaborazione della società di data journalism e data visualization Dataninja.

Qui la mappa con la densità: a Bolzano il numero di esercizi ogni 10 mila abitanti è 4,92, a Trento 14,51.

A Bolzano sono 70 le concessioni statali in essere (27,45% delle 255 concessioni totali), 29 a Merano (11,37%), 9 a Egna e Laives (3,53% ciascuna), 7 a Brunico (2,75%), 6 a Salorno (2,35%). In ben 25 Comuni c’è una sola concessione attiva. In altri 55 non ci sono proprio concessioni in essere. Nella mappa interattiva qui sotto la distribuzione di concessioni per Comune (per navigare aprire in modalità full screen).

Qui invece c'è la mappa delle concessioni per slot e vlt attive a Bolzano per il 2015:

La realtà altoatesina, però, è più complessa di ciò che appare a prima vista. Tolti i Comuni slot free, tra quelli in cui si gioca ci sono differenze anche notevoli nella densità di esercizi rispetto al numero di abitanti. Il Comune più virtuoso, da questo punto di vista, è Appiano: una sola concessione per oltre 14 mila abitanti. A Bolzano, per dire, c’è una concessione ogni 1.500 residenti.

Ma ci sono diversi Comuni in cui la densità è più elevata. Le sale magari sono poche, o al limite una sola, ma il numero di residenti è ridotto. E quindi... Qualche esempio: ad Avelengo c’è un esercizio dove si può giocare ogni 379 abitanti. A Corvara siamo a un locale ogni 451 residenti. E così via: a Trodena uno ogni 525 residenti, a Egna uno ogni 570, a Salorno uno ogni 612, a Nalles uno ogni 624, a Brennero uno ogni 709. Insomma, a Bolzano (un esercizio pubblico ogni 1.510 residenti) e Merano (uno ogni 1.340) non va poi così male come sembrerebbe dal numero assoluto di sale esistenti.

Se in Alto Adige ci sono poche slot e poche videolottery, è merito anche della legge provinciale sui luoghi sensibili, che a partire dal 2013 ha fatto piazza pulita delle new slot nei bar e che dal 2016 avvierà il repulisti anche nelle sale giochi. E non è mica finita qui: da indiscrezioni trapelate nelle ultime settimane, anche da ambienti vicini all’ufficio vigilanza della Provincia, nonostante il pericolo di diffusione dei totem illegali negli esercizi pubblici deslotizzati, la giunta altoatesina avrebbe intenzione di tentare il colpaccio: via le macchinette, proprio dappertutto. Compresi tabacchini, sale scommesse, sale Bingo, corner.

Bolzano via le slot, ma in 46 bar installati i totem

Dopo la campagna per la sensibilizzazione sul fenomeno del gioco d’azzardo patologico avviata dal nostro giornale e l’approvazione della legge provinciale che vieta le macchinette se a meno di trecento metri dai luoghi sensibili, gli effetti concreti adesso si vedono. Elaborando i dati dei Monopoli di Stato sulle concessioni Rie in essere nel corso del 2015, si scopre che al momento attuale in Alto Adige sono ben 55 su 116 i Comuni totalmente privi di macchinette. Nei restanti 61 municipi la situazione è piuttosto variegata.

Con il caso limite di Bolzano, dove, nonostante la sparizione delle slot dai bar, sono ancora in essere 70 concessioni statali. In 48 esercizi ci sono soltanto slot, in altri 22 ci sono slot e videolottery. Attualmente, la parte del leone spetta ai tabacchini: in 28 edicole si gioca alle macchinette. Ben 10 sono gli esercizi dedicati, 8 le agenzie scommesse, 8 le sale giochi eccetera. Purtroppo, i Monopoli non forniscono i dati a livello aggregato sul numero di apparecchi esistenti. E ovviamente non forniscono i dati sul fenomeno sommerso, ovvero i totem, grazie ai quali si può giocare online, puntando pesante, con movimenti di denaro totalmente ignoti all’Erario, sia in entrata che in uscita.

Qui di seguito la mappa delle concessioni attive a Bolzano nel 2015 in base al tipo di esercizio: sala giochi, sala dedicata, tabacchino, bar, ristorante ecc.:

Su questo aspetto, la sfida normativa appare al momento quasi impossibile per l’amministrazione provinciale, visto che sarà piuttosto dura vietare apparecchi legali, ufficialmente nati per effettuare ricariche telefoniche e pagamenti vari.

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Intanto, però, la Provincia ha dato mandato ai Comuni di rielaborare le mappe con i raggi di 300 metri da tutti i loro luoghi sensibili. Dopo aver fatto rimuovere le slot dai bar nel 2013, dal primo gennaio 2016 sarà la volta delle sale giochi. Questo è il dato ufficiale. Ma pare si voglia andare oltre.

La Provincia, forte di numerose sentenze del Tar che hanno dichiarato legittima la legge altoatesina, starebbe per aggredire anche tabacchini, sale scommesse, Bingo eccetera. I timori, per chi lavora nel settore, sono elevati e nelle ultime settimane sta crescendo la preoccupazione: oltre a quelli delle sale giochi tipo Admiral, i posti di lavoro a rischio, se dovesse passare la linea dura, sarebbero anche molti altri. Gli stessi impiegati provinciali del settore licenze, almeno in parte, nutrono dubbi. Alcuni di loro sono assai critici riguardo all’opportunità di accelerare sul proibizionismo, anche visto il proliferare dei totem, come dimostrato dalla rilevazione fai-da-te dell’associazione La Sentinella dei giorni scorsi: almeno 60 totem in 46 bar di Bolzano. Tanto che il vicecommissario straordinario del Comune, Hermann Berger, si è visto costretto a scrivere alla Provincia: «Si intervenga».

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