Alto Adige: sequestrate uova fossili di dinosauro al museo di San Candido

Il «DoloMythos» nel mirino della magistratura per due reperti archeologici di dubbia provenienza


Mario Bertoldi


SAN CANDIDO. Il museo «DoloMythos» di San Candido, oggetto di recente di un notevole ampliamento, è di fatto sotto sequestro. L'attività potrà proseguire con la possibilità da parte dei turisti di prendere visione dei circa 6 mila fossili contenuti nella struttura ma tutti i reperti sono sotto sequestro.

L'indagine è coordinata dal sostituto procuratore Igor Secco ed è stata avviata sulla base di una segnalazione proveniente dalla Romania ove il direttore del museo, Michael Wachtler (che negli ultimi anni nelle Dolomiti ha scoperto quasi 50 nuove specie vegetali e animali), ha ottenuto proprio di recente due fossili riguardanti altrettante uova di dinosauro.

Reperti che avrebbero provocato l'intervento delle forze dell'ordine. Ad intervenire sono stati i carabinieri del nucleo tutela artistica di Venezia.  Nel settore dei reperti archeologici le disposizioni di legge sono piuttosto rigide. «Da parte mia, però, sono sempre state rispettate» puntualizza Michael Wachtler che ha appreso del provvedimento con una certa preoccupazione.

«Non capisco dove vogliano arrivare - dice ancora il direttore della struttura - quando sono stati in possesso di reperti considerati di un certo valore ho sempre avvisato le autorità provinciali».  In sostanza Michael Wachtler rischia guai giudiziari con l'accusa di importazione illegale di reperti archeologici. La preoccupazione del direttore riguarda anche il trattamento che sarà riservato ai seimila fossili che sono stati dichiarati sotto sigilli.

Il museo può continuare al momento la sua attività ma i fossili sono stati fotografati uno a uno e dichiarati sotto sequestro anche se potranno essere regolarmente visitati. «Si capirà solo nelle prossime ore che cosa intendono fare gli inquirenti - commenta ancora Wachtler - certo che se intendessero portarmi via tutti i fossili mi opporrei con tutti i mezzi semplicemente perchè significherebbe mandare all'aria anche tutti i miei studi. Solo io conosco la storia di quei fossili».

E' molto probabile, comunque, che l'intervento del nucleo di tutela artistica dei carabinieri abbia deciso di intervenire sulla base di una precisa segnalazione. «Negli ultimi anni la nostra associazione che opera senza fini di lucro ha investito parecchio denaro e la Provincia ha concesso contributi per 400 mila euro - spiega ancora Wachtler - Non capisco ora perchè mi si voglia privare di tutto. Non posso gestire un museo di questo tipo se tutti i fossili mi vengono portati via».

Si preannuncia una battaglia legale senza esclusione di colpi. Il primo atto sarà comunque capire con certezza quale sia il motivo dell'intervento dei carabinieri di Venezia. E' probabile che nelle prossime ore il pubblico ministero Igor Secco convochi il direttore Wachtler per chiarire alcuni aspetti.

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