Alto Adige: "via dall'Italia", Eva Klotz lancia un referendum per l'autodeterminazione nei comuni

Campagna della SüdTiroler Freiheit: imitiamo un progetto della Catalogna



BOLZANO. Ancora l'autodeterminazione. Questa volta si punta sui comuni. SüdTirol Freiheit lancia una campagna per l'autodecisione e lo fa adottando una esperienza avviata in Catalogna. Si lavora a livello locale, consultando i cittadini con una sorta di referendum porta a porta. Si partirà il 22 gennaio in Valle Aurina. Anticipa Sven Knoll: «Vogliamo allargarci in tutta la provincia». Il movimento di Eva Klotz e Sven Knoll ha avviato da tempo la raccolta di firme per chiedere la doppia cittadinanza italo-austriaca. Arriva ora la campagna sull'autodeterminazione, con la consultazione diretta dei cittadini nei comuni. «Il modello è quello sperimentato in Catalogna, dove una iniziativa partita da un piccolo comune si sta allargando a vista d'occhio con giornate di consultazioni dei cittadini», spiega il consigliere provinciale Knoll. Un esponente del movimento catalano arriverà in Valle Aurina per la prima serata informativa, che si terrà il 22 gennaio. SüdTiroler Freiheit chiederà ai cittadini se sono favorevoli che la popolazione sudtirolese si esprima sul diritto all'autodeterminazione. La Svp ha reagito subito, accusando il movimento di comportamento «irresponsabile», che mira a «creare illusioni» (così il segretario orgnizzativo Philipp Achammer). Knoll controbatte: «La Svp ha paura dell'opinione dei cittadini». Questo il meccanismo della consultazione. Dopo l'assemblea informativa del 22 gennaio in Valle Aurina, militanti della SüdTiroler Freiheit contatteranno i cittadini con punti informativi o addirittura con il porta porta. Verranno raccolte così le schede con il «sì» o «no» al quesito sull'autodeterminazione. Non si tratta dunque di una iniziativa ufficiale, ma di un sondaggio organizzato dal partito. Knoll precisa: «Sarà una operazione trasparente. Le liste elettorali ci consentono di evitare doppie votazioni». Dopo la Valle Aurina il partito punta ad allargare il raggio di azione: «C'è già interesse nel resto della Val Pusteria e in Val Venosta». L'obiettivo è aumentare la pressione politica: «Si discute molto di autodeterminazione. Abbiamo deciso di quantificare questo fenomeno. Credo che i risultati saranno buoni e allora diventerà per forza un tema politico». Ancora sulla Svp: «Le reazioni di panico della Svp sono espressione della goffaggine politica e dell'incapacità si assumersi finalmente la responsabilità per il futuro della nostra terra. Con monotonia, la Svp parla sempre di irresponsabilità quando qualcuno pensa ad un futuro per il Sudtirolo che vada oltre la "vacca sacra" dell'autonomia». Dietro le reazioni della Svp si nasconde piuttosto, è l'accusa, «la paura dei propri cittadini che, con un referendum potrebbero far emergere di preferire l'autodeterminazione ad un'autonomia morta». (fr.g.)

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