Altoatesini i cuochi più «stellati»

Ieri 41° congresso dell’associazione provinciale. Ospite d’onore la chef Poletto


di Angelo Carrillo


BOLZANO. Freschi dei recenti successi ottenuti su tutte le guide gastronomiche italiane e in particolare sulla guida Michelin dove l’Alto Adige è risultata la provincia più stellata d’Italia, i cuochi dell’Alto Adige si sono ritrovati ieri per il 41esimo congresso della loro associazione. Con lo sguardo al futuro e i piedi ben piantati nella propria terra i maestri dei fornelli altoatesini hanno cucinato un programma di tutto alla presenza di circa 300 cappelli bianchi oltre al consueto e nutrito corollario di ospiti illustri dall’Italia, dall’Austria, dalla Svizzera e dalla Germania. Ospite d’onore come sempre un cuoco locale che si è particolarmente distinto in ambito internazionale chiamato a raccontare le sue esperienze e condividerle con i colleghi altoatesini. Quest’anno è stato il turno di Cornelia Poletto, chef di Amburgo con una stella Michelin e uno dei migliori chef femminili in Europa. Di origine italiana, come dice il nome, la Poletto è molto conosciuta in Germania per le sue esibizioni su diversi canali televisivi. Ed è stata primo apprendista cuoco femminile del famoso Chef sudtirolese Heinz Winkler a Monaco di Baviera.

Durante la manifestazione sono stati poi conferiti diplomi e collari del “WACS Global Master Chef” ai Maestri di Cucina della Provincia di Bolzano da parte dell’ex presidente d’Europa della Federazione Mondiale dei Cuochi WACS, Reinhold Metz (Germania) a dieci chef.

L’Alto Adige è la prima provincia, assieme alle nazioni Svizzera, Germania, Austria, Olanda e gli Stati Uniti d’America, a ricevere questa certificazione, che attesta una qualità della formazione dei professionisti cuochi molto alta. L’Alto Adige infine è l’unica provincia d’Italia che può vantarsi di una formazione professionale a quest’altissimo livello. I cuochi e le cuoche devono frequentare nell’arco di tre anni una formazione con più di 1.200 ore di lezioni nelle diversi materie del mestiere. Alla fine devono superare un esame pratico, scritto e orale davanti ad una commissione provinciale. Anche questo esame molto impegnativo (qualche volta non lo supera il 50% dei candidati) è unico in Italia.

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