Aperta la Porta Santa «Pensiamo a chi soffre»

Nella mattinata di Natale celebrazione del vescovo nel Duomo di Bolzano «Anche oggi ci sono madri in difficoltà, famiglie in fuga e chi vive la povertà»


di Alan Conti


BOLZANO. È stato un Natale dai messaggi forti, quello che il vescovo Ivo Muser ha voluto celebrare l’altro giorno. L’occasione è di quelle solenni all’interno della festività. Nella mattinata del 25, infatti, è stata aperta la Porta Santa del Duomo come celebrazione dell’anno della misericordia. Un gesto che ha portato Muser a focalizzare i credenti e i cittadini sulle responsabilità personali.

Un’analisi di coscienza spirituale. «Riflettiamo su ciò che il singolo può e deve compiere perché rimanga sempre davvero aperta la porta della misericordia. Rivolgiamo lo sguardo attento verso il prossimo, il malato, verso chi è in difficoltà materiale oppure spirituale, il detenuto, verso i propri familiari o colleghi di lavoro. Sono tutti aspetti decisivi per aprire davvero le porte del proprio cuore», ha detto il vescovo Muser. Il messaggio cristiano è chiaro e punta diretto al concetto di peccato: «È uno degli aspetti più profondi della fede cristiana. Attraverso Gesù che si è fatto uomo per noi e per la nostra salvezza non esiste alcun peccato che non possa essere davvero assolto». Un messaggio che il vescovo aveva ribadito anche durante la veglia della sera del 24 dicembre tenuta nel duomo di Bressanone. «Oggi, come al tempo di Betlemme, ci sono madri in difficoltà, famiglie in fuga e persone che vivono nella povertà in molti luoghi del mondo». Inevitabile leggere un chiaro accenno ai fenomeni mondiali più drammatici, dalle guerre al dramma dei profughi che scappano da situazioni insostenibili. «Non rimane soltanto la povertà di Betlemme, ma anche la gioia che questa notte di Natale porta con sé. Dio diventa Emanuele e, di fatto, è con noi».

Davanti alla folla di fedeli che, come da tradizione, ha voluto seguire la messa natalizia direttamente nel centro della cristianità altoatesina, Muser ha voluto anche spiegare la funzione simbolica del Bambin Gesù. «È la misericordia di Dio divenuta visibile, la nostra vera porta della salvezza e della misericordia. Seguendo il suo esempio questa porta rimarrà sempre aperta per le persone che desiderano passare attraverso essa cercando proprio il Signore misericordioso».

Nel corso dell’omelia grande impatto ha suscitato la citazione di Sant’Agostino «Odio il peccato e amo il peccatore». «Rappresenta perfettamente il desiderio di Papa Francesco con questo Anno Santo che ha inaugurato. Significa che tutta la comunità ecclesiale deve dire con convinzione no al peccato, accompagnandolo con un deciso sì alla misericordia che comporta la disposizione d’animo di accogliere chi quel peccato lo ha commesso».

Al termine della cerimonia, particolarmente intensa, il vescovo ha impartito la benedizione papale, come previsto dalla celebrazione stretta dell’apertura della porta. Si tratta, di fatto, della supplica per il perdono dei peccati, la preghiera per la grazia dello Spirito Santo e quella per la costanza nelle opere buone. Particolarmente affollate, comunque, tutte le messe natalizie tenute nelle varie parrocchie del territorio altoatesino e diocesano.

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