Arno: «Io e Ugo, insieme nella tempesta»

Kompatscher e il presidente trentino: un rapporto forte costruito nelle sfide sui vitalizi e la trattativa finanziaria


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Due presidenti, una Regione, due Province. Due presidenti al primo mandato, che stanno scrivendo insieme una nuova pagina politica del Trentino Alto Adige. Arno Kompatscher e Ugo Rossi hanno costruito un rapporto politico e umano che supera di molto i dovuti rapporti istituzionali. «Con Ugo Rossi c’è una alleanza forte. È doverosa, ma non era scontato che funzionasse così bene», racconta Kompatscher. Conferma da Trento Rossi: «C’è sintonia e le persone lo percepiscono. Me ne sono accorto dopo la cerimonia di Castel Presule con il premier Renzi, quando ho partecipato alla festa di Fiè. Altrettanto vale per il Trentino, dove Kompatscher da subito ha ottenuto un gradimento molto forte». Non è una novità assoluta. Anche tra Luis Durnwalder e Lorenzo Dellai c’è stato un rapporto politico e personale stretto, ma erano tempi diversi, di floridezza economica e consenso politico diffuso. Così Durnwalder poteva permettersi di ragionare in chiave altoatesina, guardando alla Regione come a un ingombro necessario. Kompatscher e Rossi, no. Hanno navigato da subito in acque burrascose. Anche questo ha contribuito a cementare in fretta il rapporto. Si telefonano, quando è possibile pranzano insieme, condividono uno stile volutamente non istrionico. Come presidente e vicepresidente della Regione Rossi (51 anni) e Kompatscher (43 anni) hanno dovuto gestire da febbraio lo scandalo dei vitalizi d’oro. Dai predecessori hanno ereditato i conti aperti con Roma e la trattativa finanziaria che proseguirà a cavallo di Ferragosto. Al primo mandato, con una esperienza tutta da costruire, hanno capito che uniti sarebbero stati più forti. E magari nel gioco di squadra qualcuno a volte tira di più. Se Rossi nelle fasi finali ha dovuto esporsi maggiormente sui vitalizi, a causa dei problemi interni nella Svp, nella trattativa finanziaria Bolzano mette a disposizione il forte asse con i sottosegretari Delrio e Bressa. «Ci sentiamo tutti i giorni, anche più volte al giorno», racconta Kompatscher, «soprattutto in questa fase particolarmente delicata della trattativa finanziaria. In questo modo si riesce ad avere una linea comune, sia nei metodi che nei toni». È una sintonia generazionale? «C’è questo e anche la propensione di entrambi a tenere un profilo sobrio, in tempi in cui la politica tende a urlare», risponde Kompatscher. Aggiunge Rossi: «Abbiamo dovuto affrontare insieme la questione dei vitalizi. Entrambi ci siamo trovati a gestire l’eredità ingombrante di predecessori che hanno governato a lungo. Abbiamo portato uno stile diverso». L’alleanza politica passa anche attraverso il Friuli Venezia Giulia, amministrato da Debora Serracchiani, vice segretario del Pd. «Anche con Debora ci sentiamo spesso», racconta Kompatscher, che inevitabilmente deve mettere i puntini sulle «i»: «La nostra è una autonomia speciale diversa. Me lo disse il presidente Napolitano nel nostro primo incontro: siete speciali tra le speciali, ricordatelo sempre, anche in futuro». Rossi insiste di più sulla chiave regionale: «Tra le sfide che abbiamo c’è la riforma dello Statuto di autonomia e Kompatscher credo condivida l’impostazione di elaborare uno statuto unico regionale, naturalmente tenendo conto delle specificità». Rossi lancia una proposta sull’energia: «Dovremo costruire un rapporto tra le società sulle riserve idroelettriche. E c’è già l’idea di aprire un ufficio unico a Bruxelles». Conclude Rossi: «L’Alto Adige è più forte di noi sull’export, noi sulla sanità. Possiamo crescere insieme».

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