BOLZANO

Arriva la catena "Zushi" ma non trova personale

In corso Italia (ex Sordon) apre un ristorante giapponese con settanta posti. Il manager: "Vogliamo assumere dipendenti bilingui ma nessuno di presenta"


Davide Pasquali


BOLZANO. Sarà il diciottesimo ristorante della catena Zushi dopo quello che si aprirà a giorni a Torino: cucina giapponese, cruda e cotta, estrema attenzione a celiaci vegetariani e vegani, settanta posti a sedere, lounge bar per gli aperitivi, arredamento minimalista e trendy, servizi take away e delivery, sito web di ultima generazione. Per ordinare da casa saranno disponibili le applicazioni per iPhone, iPad e Android. Aprirà a gennaio all’angolo fra via Cesare Battisti e corso Italia, al posto dello storico show room degli arredamenti Sordon. Unico neo: tolti i cuochi asiatici già assunti, a Bolzano non si riescono a trovare lo store manager (solitamente si tratta di una figura piuttosto ambita) e i camerieri.

Nonostante la crisi, personale bilingue non se ne trova mica. A dispetto del nome, l’azienda è veronese. Il primo ristorante è stato aperto nel 2006; ora il gruppo si avvia verso i 200 dipendenti. Ristoranti a Milano, Verona (città e aeroporto Catullo), Vicenza, Padova, Treviso, Brescia, Bergamo, Mantova, Bologna, Modena, Parma, Reggio Emilia, Trieste, Trento, Thiene. Il 28 novembre si apre nella capitale piemontese, in corso Vittorio Emanuele, poi sarà la volta di Bolzano. Il fondatore e Ceo di Zushi, Cristiano Gaifa precisa: «Apriremo un ristorante di fascia medio alta, molto di design. Un giapponese rivisitato in chiave moderna». Nulla a che vedere con chi in Italia detiene la quota maggioritaria del mercato del sushi, ovverosia i cinesi. «La gente purtroppo non si rende conto dello scarso livello di qualità». Imprescindibile, specie se c’è di mezzo il pesce crudo.

A Bolzano si apre perché i ristoranti di Verona prima e di Trento poi erano alquanto frequentati dagli altoatesini. Così, dopo il ristorante a sud di Salorno, aperto l’anno scorso, ora si è deciso di salire verso nord. Anche se mai e poi mai ci si sarebbe aspettati di non riuscire a trovare personale a sufficienza. «In effetti stiamo facendo un po’ di fatica», ammette Gaifa. «Stiamo ancora cercando perché l’apertura è prevista per metà gennaio. Nel ristorante ci saranno dodici dipendenti. I cuochi orientali ci sono già ma, come da nostro format, il personale che serve in sala di solito è locale. Per noi è la prima esperienza in una terra bilingue». A lasciare perplessi è che non si trovi il personale, nemmeno lo store manager. «Di solito si tratta di una figura assai ambita: nel resto d’Italia c’è la fila per accaparrarselo. Non vorremmo prendere un direttore da fuori, ma forse ci toccherà farlo». Che in giro ci sia poca voglia di lavorare sul serio è un dato di fatto, «c’è ancora troppo benessere». Ma se poi ci si mette anche lo scoglio del bilinguismo...

Il ristorante avrà l’ingresso su corso Italia. Tutto sarà caratterizzato da ampie vetrate, con cucina a vista. A dominare l’ambiente saranno il bianco, il nero e il verde acido. Non si servirà solo il sushi, in senso lato, declinato in tutte le sue varianti. «Serviremo anche piatti caldi, pure per vegetariani e vegani. Ci sarà poi una particolare attenzione ai cibi senza glutine per i celiaci, una fascia di clientela che in Italia sta crescendo molto». Gaifa tiene infine a rimarcare: «Nulla a che vedere con la concorrenza a basso prezzo e la bassa qualità di altri ristoratori orientali». Ci si rivolgerà a un target medio-alto. «Oltre agli altoatesini, anche austriaci e tedeschi amano molto questa cucina alternativa, leggera, sana, in cui crediamo molto. Secondo noi Bolzano è una piazza molto interessante da questo punto di vista». Restano solo due mesi per trovare il personale di sala.

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