Arriva un’accelerata sul doppio passaporto 

La Svp: per 350 mila tedeschi e ladini con il criterio dell’appartenenza etnica Achammer: «Ma non è secessione». La destra tedesca: «Già a fine 2018»


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Doppio passaporto: il mondo tedesco accelera, quello italiano frena. Da ieri appare più chiaro chi potrebbe farne richiesta. Se l’obiettivo non viene bloccato prima, magari da colloqui bilaterali tra Italia ed Austria. Perché la questione è prima di tutto politica, oltre che giuridica. Il criterio è quello della dichiarazione di appartenenza linguistica. Ovvero circa 350 mila persone in Alto Adige tra tedeschi e ladini, il 74% circa della popolazione residente. «Troppo difficile risalire alla fotografia del 1918», afferma, ad esempio, il segretario Svp, Philipp Achammer. Subito un distinguo sulla tempistica all’interno delle forze politiche del mondo di lingua tedesca. Per la destra una possibilità da mettere in pratica già nel 2018, al più tardi nel 2019. Per la Svp i tempi saranno molto più lunghi, «ma nulla a che fare con «argomenti tipo indipendenza o secessione». Invocati invece dalla destra tedesca. Che si spinge più in là e ipotizza che in futuro gli atleti altoatesini, tipo gli sciatori, potranno gareggiare per la nazionale austriaca.

Sul fronte italiano il sottosegretario Gianclaudio Bressa scrive sul nostro giornale di un errore - «non è nemmeno nostalgia» - mentre il ministro degli Esteri, Angelino Alfano sottolinea di voler «tutelare i cittadini», «all’interno di una discussione da affrontare con grande delicatezza». «No a altoatesini di serie A e serie B», mettono in evidenza il segretario del Pd Alessandro Huber e l’assessore provinciale Christian Tommasini. Più nette le posizioni contrarie di politici nazionali del centrodestra, da Santanchè a Meloni, fino al presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani. Ma dal governo italiano, appare, almeno fino a questo momento, una posizione non di totale chiusura, quasi «morbida». Anche perché non è pensabile che nelle settimane e mesi scorsi, qualcuno da Vienna non abbia informato Roma di ciò che «bolliva in pentola».

Ma andiamo con ordine e partiamo da sabato scorso. Si fa il nuovo governo austriaco tra Popolari di Kurz e la Fpö di Strache - ieri il giuramento - e nell’accordo compaiono sette righe relative alla doppia cittadinanza. Eccole: «Nello spirito dell’integrazione europea e la promozione di una sempre più forte unione delle cittadine e dei cittadini degli Stati membri, si prende in considerazione che agli appartenenti al gruppo linguistico tedesco e ladino in Alto Adige, per i quali l’Austria, in base all’accordo di Parigi e alla successiva prassi, esercita la funzione di tutela, ci sia la possibilità di ottenere, oltre alla cittadinanza italiana, anche quella austriaca». A cascata tutto il resto. La richiesta del doppio passaporto per altoatesini di lingua tedesca e ladina è un cavallo di battaglia della destra tedesca da tanto tempo. Ma anche la Svp ci pensa da qualche anno. «La nostra posizione è questa, dopo che il congresso del partito nel 2012 ne aveva approvato la richiesta in uno spirito europeo. Non si tratta di un passo verso la secessione o l’indipendenza, senza dimenticare che anche l’Italia ha dato la doppia cittadinanza a molti italiani che risiedono all’estero, compresi quelli di Slovenia e Croazia», evidenzia Achammer. Quest’ultimo ammette che Kurz ha chiesto alla Svp di partecipare alla stesura di quelle 7 righe. Ed a chi ritiene che il doppio passaporto sia uno schiaffo agli italiani dell’Alto Adige, il segretario del partito di raccolta risponde così. «Non c’è alcuna pressione o voglia di accelerare su questo tema della doppia cittadinanza, perché è da vedere la questione anche sul piano bilaterale», spiega Achammer. «Vola basso» il governatore. «Un tema più simbolico-emotivo che altro», dice Arno Kompatscher. Zeller non vuole rispondere sull’argomento. «Parla Achammer», spiega il senatore. Ma tant’è che ieri il parlamentare austriaco dell’Fpö, Werner Neubauer, è sceso a Bolzano ed in una conferenza stampa con Freiheitlichen e Südtiroler Freiheit - presente anche Franz Pahl - elenca già alcune scelte precise che il governo austriaco vuole fare. Ad esempio niente leva obbligatoria per i giovani altoatesini tedeschi e ladini che facessero richiesta - «gratuitamente» - della cittadinanza austriaca. Il passaporto austriaco costa, invece, sui 1.300 euro. Perché, ovviamente, l’eventuale doppia cittadinanza non sarà un obbligo, anche se secondo Neubauer il 98% degli aventi diritto presenterà domanda. Per le leggi austriache, questa storia del doppio passaporto non comporta un cambio della Costituzione, a meno che non si voglia togliere il diritto di voto attivo e passivo per gli altoatesini diventati anche austriaci. Diverso il discorso con le regole europee. Vienna dovrebbe cambiare l’accordo sottoscritto a livello Ue teso ad evitare le doppie cittadinanze. Una tempistica di oltre un anno solo per questo tema. Senza contare che l’Austria dovrebbe informare l’Italia. Ieri, al termine della direzione Svp il mandato a Achammer di contattare governo austriaco e Övp per gli ulteriori passi da compiere.













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