Asili bilingui, il Pd vuole lo scambio delle maestre

In ogni sezione un’insegnante italiana e un’assistente pedagogica tedesca Viceversa nelle materne tedesche.Tommasini: «I sindacati ci sosterranno»


di Davide Pasquali


BOLZANO. «Finalmente anche i sindacati ci sostengono sulla strada dell’apprendimento ludico della seconda lingua e nella realizzazione del progetto degli asili bilingui».

È il commento a caldo dell’assessore provinciale alla scuola italiana Christian Tommasini dopo le dichiarazioni della segretaria della Funzione pubblica Cgil Cornelia Brugger. Il vicepresidente della giunta provinciale plaude alla recente presa di posizione della Cgil riguardo alla necessità di avviare a livello politico le trattative per la creazione delle materne bilingui. Ma avanza al contempo la sua proposta, in attesa che il clima sia davvero maturo per l’attuazione del progetto nel suo complesso. Per risolvere i problemi di sovraffollamento delle materne tedesche, prese d’assalto dai bimbi italiani (e stranieri), un modo - semplice e a costo zero - c’è, eccome: in ogni sezione delle varie materne un insegnante di lingua italiana e un assistente pedagogico di lingua tedesca pescato dal bacino della scuola tedesca. Idem nelle scuole dell’infanzia tedesche: in ogni sezione una maestra tedesca assieme a una assistente pedagogica italiana pescata dal contingente di insegnanti della scuola italiana. Basterà insomma scambiarsi gli assistenti pedagogici, fra scuole materne tedesche dei centri maggiori della provincia e omologhi asili italiani. Così facendo, si avranno di fatto sezioni bilingui con la presenza costante di una maestra italiana e di una tedesca. E i bimbi potranno imparare sia l’una che l’altra lingua. E magari pure l’inglese.

«La proposta - riferisce l’assessore Tommasini - è già stata illustrata dal sottoscritto in giunta provinciale e sarà uno dei punti qualificanti del programma del Pd alle provinciali d’autunno per quanto attiene allo sviluppo della scuola».

Il primo vantaggio a saltare agli occhi è quello economico: con lo scambio delle assistenti pedagogiche non ci sarebbe da sostenere alcun costo aggiuntivo. «E poi risolveremmo anche la problematica della forte domanda in tema di iscrizione di bimbi monolingui nella scuola dell’altro gruppo linguistico». Un problema presente da diversi anni, ma esploso nei mesi scorsi soprattutto nel capoluogo, con decine e decine di famiglie italiane rimaste escluse dalle materne tedesche, scelte nell’ottica di far imparare prima e meglio la seconda lingua ai figli.

Un fatto estremamente positivo è che la proposta dello scambio, ora, è sostenuta anche dai sindacati. «Finora - ricorda Tommasini - non era affatto così». I sindacati erano intimoriti dalla spinta delle materne italiane verso l’insegnamento ludico del tedesco. Perché gli insegnanti di madre lingua italiana temevano che i loro posti di lavoro fossero messi a rischio dall’iniezione di personale di lingua tedesca, necessario per l’apprendimento ludico di L2. «Ora il clima è mutato». Inoltre, negli asili italiani l’approccio cosiddetto ludico alla seconda lingua è da tempo una realtà. Non così negli asili di lingua tedesca, dove però la richiesta, da parte dei genitori, comincia a farsi sentire. Ora come ora, le materne italiane non potrebbero permettersi di ampliare l’offerta linguistica. «Per farlo, l’unica sarebbe lo scambio degli assistenti». I risultati didattici e pedagogici nelle materne italiane evidenziano come l’approccio ludico funzioni. «Senza alcuna défaillance nell’apprendimento della lingua madre».

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