Asili nido, in città decine di posti liberi

I motivi: tariffe alte, possibilità di iscriversi alla materna a due anni e mezzo, troppe nuove strutture costruite di recente


di Davide Pasquali


BOLZANO. Attualmente a Bolzano città sono attive dieci strutture di asilo nido, dieci microstrutture gestire da tre cooperative (Casabimbo Tagesmutter, Coccinella e Babycoop) e una trentina di Tagesmutter. Tolte queste, per le quali le statistiche al momento non sono disponibili, c’è una certezza: oltre ai 165 posti disponibili nelle microstrutture, che attualmente ospitano 171 bimbi, ossia sono strapiene, la capacità ricettiva degli asili nido cittadini sarebbe di 542 posti, ma quelli effettivamente coperti dai bimbi con meno di tre anni sono solo 470. Tradotto, ci sono oltre settanta posti liberi.

Un fatto impensabile soltanto fino a pochi anni fa, ma reale e provocato da almeno quattro distinti fenomeni. Primo: la crisi economica che riduce o azzera gli stipendi di uno o entrambi i genitori e la relativa maggiore disponibilità di questi ultimi a tenere i bimbi tutto il giorno avendo perso in parte o del tutto il lavoro. Secondo: l’aumento delle tariffe. Terzo: la possibilità di iscrivere i piccoli alla materna già a due anni e mezzo anziché ai canonici tre. E siccome la materna ha costi risibili rispetto al nido, c’è stato il fuggi fuggi. Quarto: la programmazione comunale ha lasciato a desiderare; quando i nidi servivano non ce n’erano, poi se ne sono realizzati troppi e tutti in una volta.

I dati sono stati diffusi dall’assessorato alle politiche sociali a seguito di una interrogazione presentata dal consigliere comunale Psi Claudio Della Ratta. I dati si riferiscono allo scorso 31 marzo, ma sono significativi anche della situazione attuale.

Il Comune fornisce anche numerose precisazioni riguardo alle tariffe. La tariffa oraria minima nelle microstrutture è aumentata di 35 centesimi l’ora. La tariffa massima nelle microstrutture è invece diminuita di 5 centesimi. Per il momento, spiega il municipio, non risulta possibile ragionare in termini di aumenti e riduzioni mensili, «in quanto questi dipendono dal monte ore fruito dalle singole famiglie». La tariffa giornaliera massima - orario normale - negli asili nido è aumentata di 0,51 euro, pari a circa 10 euro mensili. La tariffa minima - orario prolungato - negli asili nido è aumentata di 3,17 euro. La tariffa giornaliera massima - orario prolungato - negli asili nido è diminuita di 80 centesimi di euro.

Su 171 bambini frequentanti le microstrutture al 31 marzo 2014 erano 163 a non aver compiuto i tre anni. Nel mese di gennaio 54 famiglie hanno pagato più di 500 euro al mese per una frequenza normale. Nel mese di febbraio le famiglie ad aver pagato più di 500 euro sono state 40. Il calcolo è fatto sulle 160 ore e non tiene conto delle famiglie che hanno dovuto pagare le ore in eccedenza a tariffa piena (questo è avvenuto nel mese di gennaio, nel quale 24 famiglie hanno pagato più di 600 euro). Per quanto riguarda gli aumenti che sosterranno le famiglie nel 2014, disponendo attualmente solo dei dati completi riferiti a gennaio e febbraio, il Comune precisa che «non risulta attendibile alcuna proiezione». Si possono solo evidenziare gli aumenti delle tariffe minime e massime per i diversi servizi.

Per gli asili nido, la tariffa giornaliera minima per le 8 ore era di 4,69 euro ed è passata a 7 euro; ciò comporta un rincaro mensile da 94 a 140 euro. La tariffa massima, sempre per le 8 ore, è passata da 16,49 a 17 euro, con un rincaro mensile di 11 euro, da 329 a 340 euro. Per quanto riguarda le dieci ore giornaliere, la tariffa minima è invece passata da 5,58 a 8,75 euro, con una spesa mensile salita da 112 a 175 euro. La tariffa massima, sempre per le dieci ore, è invece scesa da 22,43 euro a 21,25, con un risparmio mensile di 23 euro (si è passati da 448 a 425 euro). Per quanto riguarda le microstrutture, la tariffa minima 2013 era di 58 centesimi, saliti nel 2014 a 90 centesimi, mentre la tariffa massima è scesa da 3,70 a 3,65 euro.

Da ricordare, infine, che le nuove tariffe introdotte dalla Provincia non prevedono la possibilità per i Comuni di fissare il tetto massimo per le microstrutture come avveniva in passato. Tetto massimo che nel 2013 era stabilito in 409 euro.

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