Asili nido, la stangata sarà sul tempo prolungato

Vantaggi invece per chi sceglierà la fascia oraria mattutina o pomeridiana Orari più flessibili per venire incontro ai genitori. Oggi e domani le porte aperte


di Davide Pasquali


BOLZANO. La Provincia pretendeva si pagasse una tariffa a ore e basta, come avviene usualmente per tagesmutter e microstrutture. In quel caso sarebbero stati dolori, per tutti. L’asilo nido sarebbe costato circa il doppio. Comune e Assb hanno trattato a lungo con l’assessore Deeg, col sostegno di Laives Merano e Bressanone, proponendo l’introduzione di quattro fasce orarie e, alla fine, la Provincia ha ceduto ma non del tutto. E così, mentre non cambierà molto per il turno normale, e mentre potrà addirittura godere di qualche vantaggio economico chi sceglierà i nuovi turni mattutino o pomeridiano senza le ore supplementari, decisamente penalizzato risulterà il tempo prolungato. Lo ha deciso la giunta provinciale con la delibera n. 1.436 del 20 dicembre 2016, che entrerà in vigore negli asili bolzanini dal 1° settembre 2017.

Che ci fosse necessità di elasticizzare gli orari, compresi quelli di entrata e uscita, era lapalissiano. La società è sempre più complessa, più liquida. E le esigenze dei genitori e delle varie tipologie di famiglie oggi esistenti sono anche loro assai differenti. Adeguare però tout court i nidi con le tagesmutter sarebbe stata una follia, dal punto di vista della logistica dei nidi, del personale, dei percorsi educativi. La Provincia ha compreso, ma ha comunque imposto un sistema tariffario misto, in parte a ore. Fino a quest’anno, nei nidi bolzanini esistevano due turni: normale (8-15.30) o prolungato (8-18). Il primo costava da un minimo di 7 euro a un massimo di 17 euro al giorno, ossia da 140 a 340 euro al mese. Il secondo costava da un minimo di 8,75 euro a un massimo di 21,25 euro al giorno, corrispondenti a un mensile da 175 fino a 425 euro al mese. Tariffe che erano rimaste inalterate negli ultimi anni. Adesso si sono introdotte due nuove fasce, la mattutina (8-12.30) e la pomeridiana (12.30-18.30), che prima non esistevano. Nel primo caso si andrà a risparmiare rispetto al passato, perché da un minimo di 5,40 euro (108 al mese) si arriverà al massimo a 15 euro al giorno (300 al mese). Si risparmierà anche scegliendo il pomeriggio fino alle 17, perché il minimo giornaliero sarà di 3,50 euro e il massimo di soli 13. Solo se si proseguirà oltre le 17 si pagherà a ore, da 90 cent a 3,65 euro l’ora. La tariffa del turno normale, giornaliero, è rimasta quasi invariata: il minimo è salito a 7,20 euro (20 cent più che in passato) e il massimo a 18 (erano 17); sono circa 20 euro in più al mese. Molto più pesante il rincaro per il tempo prolungato. Il minimo è passato da 140 a 175 euro al mese, il massimo addirittura da 425 a 542,40 euro.

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