Atenei non statali, Unibz si classifica quarta in Italia

La Lub va bene per borse di studio e tasso di occupazione al termine degli studi Bassa la qualità dei dottorati e i giudizi degli studenti. Poco attrattivi ed efficaci



BOLZANO. La libera università di Bolzano, più nota in Italia e all’estero grazie al nome del marketing pubblicitario Unibz, resta al quarto posto nella graduatoria dei migliori atenei non statali d’Italia, come già era accaduto nel 2016. Lo sostiene il quotidiano economico Il Sole 24 Ore, che ha pubblicato il ranking delle università italiane, “pubbliche” e non. Mentre Trento è seconda a livello nazionale su 61 atenei statali, Bolzano è quarta su quindici atenei non statali, l’ultimo dei quali compare come non classificato. Per la Lub bene gli indicatori borse di studio e occupazione dopo il titolo di studio, non benissimo i giudizi degli studenti e la qualità dei dottorati, una Caporetto su attrattività da fuori regione ed efficacia.

Ma veniamo ai dettagli. Prima di Bolzano ci sono tre corazzate: Luiss Guido Carli di Roma, Bocconi e San Raffaele di Milano. Registrano un punteggio totale rispettivamente di 82, 80 e 75. Bolzano si situa abbastanza più in basso: 59. Scendendo a considerare i vari indicatori presi in esame dal quotidiano economico, Unibz risulta sesta nella classifica sulla didattica, che considera un punteggio calcolato attribuendo lo stesso peso ai nove indicatori presi in esame in quest’ambito. Nella ricerca siamo invece quinti. In attrattività, ossia in percentuale di immatricolazioni da fuori regione, siamo decimi (evidentemente siamo assai più attrattivi in regione, o meglio in provincia, e considerando l’estero). In sostenibilità, ossia in numero medio di docenti di ruolo nelle materie base e caratterizzanti per il corso di studi, siamo ottavi. In stage, cioè in percentuali di crediti ottenuti in stage sul totale dei crediti, siamo quarti. La Lub va piuttosto bene in mobilità internazionale, ossia in percentuale di crediti ottenuti all’estero sul totale: siamo terzi. Arriviamo primi, anche se a parimerito con altri sei atenei, per le borse di studio, ossia in percentuale di idonei che hanno poi ricevuto la borsa di studio. Siamo al quarto posto per dispersione, ossia in percentuale di immatricolati che si reiscrivono al secondo anno nello stesso ateneo. In efficacia, ossia in media pro capite dei crediti formativi ottenuti in un anno dagli iscritti attivi, andiamo maluccio: solo penultimi.

In voto degli studenti, ossia giudizio dei laureati sui corsi di studio, risultiamo ottavi. In occupazione va bene: primi per percentuale di studenti occupati (secondo la definizione Istat) a un anno dal titolo. Siamo terzi per qualità della produzione scientifica (giudizi ottenuti dai prodotti di ricerca nella valutazione dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca), quinti per competitività della ricerca (capacità di attrazione di risorse per progetti di ricerca) e noni per qualità dei dottorati (giudizi ottenuti dall’alta formazione nella valutazione Anvur).©RIPRODUZIONE RISERVATA













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