Aumentano i turisti ma in città si fermano sempre di meno

Il numero degli ospiti nel 2014 è cresciuto di 11 mila unità Cala la permanenza media, pernottamenti sotto il milione



MERANO. Appeal turistico in aumento, con il numero di arrivi in decisa crescita, ma lieve contrazione della permanenza media degli ospiti e conseguente, seppur non eclatante, calo dei pernottamenti.

Così l'Azienda di soggiorno sintetizza il consuntivo delle statistiche 2014 relative ai flussi turistici nelle strutture ricettive di Merano città. Dunque una medaglia dalle facce a segno opposto: da una parte sale il numero delle persone che scelgono Merano come destinazione della propria vacanza (276.820 ospiti, oltre 11 mila in più rispetto all'anno precedente, corrispondenti a un +4,31%), dall'altra diminuisce la media di notti trascorse negli alberghi meranesi (da 3,8 a 3,5).

Il numero di pernottamenti si attesta così a quota 972.308 (in calo del 3,44%), dunque sotto la “soglia psicologica” del milione.

Arrivi. «La città – commenta Daniela Zadra, direttrice dell’Azienda di soggiorno - continua a esercitare una forte capacità di attrazione. Riteniamo che la proposta di nuove manifestazioni, o di rinnovamento di quelle già esistenti, riescano a catturare attenzioni. Importante in questo senso è il risultato registrato a dicembre, quando il numero di arrivi è salito del 9%. Parliamo di un periodo di turismo di matrice “nazionale”, oltre l'80% degli ospiti giunge dalle diverse regioni d'Italia. Considerati i noti tormenti economici che si riflettono anche sul turismo, un aumento di questa portata è un segnale incoraggiante».

La consistenza degli arrivi ha conseguenze soprattutto su alcune categorie economiche che prediligono un turismo dall'elevato turn-over, ovvero un numero più alto possibile di persone che, indipendentemente da quanto si fermino in città, possano entrare potenzialmente in contatto con la propria attività, commerciale o di servizi. In parallelo, come da vari anni ormai avviene, si riduce il tempo di permanenza medio.

Una tendenza, quella della vacanza “mordi e fuggi”, figlia da un lato (per quel che riguarda in particolare il mercato nazionale) di disponibilità economiche minori (o di tendenza al risparmio, sulla base della scarsa fiducia), dall'altra di abitudini, modi di intendere la vacanza, che interessano non solo il nostro Paese. Al calo – dice inoltre il documento diffuso dall'ente turistico - ha contribuito anche l’annata piuttosto svantaggiosa sul piano meteorologico.

Pernottamenti. Rispetto alle 3,8 notti trascorse in media dagli ospiti a Merano nel 2013, si è passati a 3,5 notti nel 2014. Per effetto del fenomeno, i pernottamenti complessivi nell'anno scorso sono stati 972.308, con un calo del 3,44%.

«La statistica - afferma Andrea Casolari, vicepresidente dell’Azienda di soggiorno della quale ne regge la guida in vista dell'elezione del nuovo vertice post-Alex Meister - è frutto principalmente delle dinamiche dei flussi turistici relativi al mercato italiano. In semplici termini, se nel 2013 l'ospite proveniente dalla penisola si fermava nelle strutture meranesi mediamente 3,1 notti, l'anno passato ne ha trascorse 2,7. Poiché il mercato nazionale incide per il 25% sul dato complessivo dei pernottamenti, questa contrazione della permanenza media ha ricadute notevoli».

Confrontando i numeri per stagioni, emerge che l'incidenza maggiore nella diminuzione dei pernottamenti è imputabile al periodo primaverile (marzo-aprile-maggio) che ha perso circa 24 mila notti. Più stabili le altre stagioni. Proprio sulla valorizzazione turistica della primavera, l'Azienda di soggiorno sta ora concentrando energie e risorse.

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