BOLZANO

Baby-gang a Bolzano, gli abitanti fanno le ronde

I residenti si troveranno in orario serale per due mesi al parco: «Stiamo insieme e teniamo lontani i ragazzini violenti»


di Alan Conti


BOLZANO. Se ci sono gli adulti la baby gang si tiene alla larga dal parco Nazim Hikmet, ad Europa Novacella.

Bolzano, due donne aggredite da una baby-gang Calci e pugni a due signore cinesi che stavano passeggiando nei giardini dietro la scuola Pestalozzi. È intervenuta la polizia

Troppa gente e nessuno spazio per schiamazzi, vandalismi e aggressioni serali. Sono partiti da questa considerazione i residenti di via Visitazione che l’altra sera si sono trovati in un’assemblea pubblica per discutere l’emergenza sicurezza nella zona.

E l’aggressione a due donne cinesi di sabato scorso, dopo le 23, è stata l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso.

«Così abbiamo deciso di organizzare dei presidi. Ogni sera alle 22 ci troviamo sulle panchine. Chiacchieriamo e facciamo comunità. Costringiamo questi ragazzini a spostarsi e andremo avanti almeno due mesi» spiega Eros Cressotti, portavoce dell’iniziativa. «Una soluzione semplice che già l’altra sera ha dato i suoi frutti. Alcuni di loro sono stati fermati dalle squadre volanti della questura di Bolzano in via Bari mentre eravamo in assemblea. Avevano cambiato zona. Noi non possiamo risolvere questo problema, possiamo solo cercare di allontanarlo.Qualche giorno - continua - fa hanno preso a sassate le finestre del centro massaggi, sempre cinese. I vetri di casa mia sono stati danneggiati più volte. A questo si aggiunge la musica ad alto volume tutte le notti e schiamazzi di ogni genere. Nei giorni scorsi sono sceso a chiedere dove fossero i loro genitori e mi hanno risposto che stavano festeggiando la fine giornata del Ramadan. Erano le 23.30». Chi sono, però, questi ragazzini? «In tutto sono una trentina di ragazzi e hanno dai 17 ai 9 anni. Sì, ci sono pure dei bambini. Sembra incredibile perchè rimangono in giro, da soli, fino alle una di notte. Mi chiedo dove siano le famiglie. Si tratta di minori stranieri, quasi tutti nordafricani». In questi giorni i condomini passeranno parte della serata in cortile. «È anche un modo per stare tra di noi. Non abbiamo altra soluzione considerando che le forze dell’ordine possono a malapena controllarli. Sarebbe da colpire i genitori e rimarcare la loro responsabilità educativa, ma sembra tutto così difficile. Noi non ne possiamo più di stare solo a guardare».

L’iniziativa, però, non è piaciuta al sindaco Renzo Caramaschi. «Non è così che si risolvono questi problemi». Come si fa, allora, a risolverli? «Ci vuole più dialogo con le famiglie. Bisogna lavorare con loro e avere sempre la massima fiducia nelle forze dell’ordine». In ogni caso ritrovarsi nel parco rientra tra le possibilità dei residenti che non arretrano di un centimetro. «La situazione è grave da tempo, il Comune lo sa - riprende uno dei condomini - e non ha cambiato nulla. Non credo che il sindaco sia nella posizione per dirci se sia opportuno o meno incontrarci su delle panchine per evitare il degrado progressivo. Ma chi chi ha gli strumenti per parlare con le famiglie e creare una rete sociale diversa, fino a prova contraria, è proprio l’amministrazione guidata da Caramaschi».













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