BOLZANO. I giovani e il loro futuro occupazionale al centro della piattaforma del rinnovo del contratto dei bancari scaduto nel 2008. Ieri, presso la sede della Cassa di risparmio, l'assemblea per illustrare alla categoria, che in Alto Adige conta circa 4 mila dipendenti, i contenuti della proposta.

PRODUTTIVITÀ. «Il sistema bancario italiano - spiega Salvatore Lauria (Fabi) - ha superato la crisi meglio di altri Paesi, ma oggi gli istituti di credito lamentano la scarsa produttività. La ricetta, per superare l'impasse, è quell'adottata da tutte le aziende: si punta a tagliare su costi fissi, ovvero sul personale». Si opera dunque su due fronti: da una parte si cerca di favorire la fuoriuscita dei dipendenti più anziani che come tali hanno anche gli stipendi più alti e dall'altra si fanno assunzioni quasi esclusivamente a tempo determinato.

I GIOVANI. «Il risultato di questa politica che ormai caratterizza tutti i settori dell'economia - spiega Adriano Bozzolan (Uil) - è l'estrema precarietà del lavoro per i giovani. Le banche tendono ormai a coprire i posti lasciati liberi da chi va in pensione con contratti a termine: sei mesi, un anno. Solo in qualche caso il contratto diventa definitivo. A farne le spese sono i giovani, ma anche gli istituti di credito stessi. Non si fa in tempo a creare nuove professionalità che il giovane deve andarsene. È un patrimonio importante che va perduto».

Il CONTRATTO. Per i bancari l'aumento chiesto dai sindacati è di 200 euro in tre anni, compreso il recupero dal 2008 ad oggi. Ma per far sì che le banche tornino, com'era in passato, ad assumere a tempo indeterminato, la piattaforma prevede contratti d'ingresso per i giovani. L'obiettivo, molto ambizioso, è ottenere l'assunzione nel settore bancario di 30 mila giovani a livello nazionale nei prossimi anni. «In sostanza - dice Giorgio Pedron (Cisl) - in cambio di un contratto fisso si accetterebbe un inquadramento al secondo livello, previsto attualmente per commessi e magazzinieri: figure che praticamente non esistono più nelle banche o se esistono sono ad esaurimento. Mentre gli impiegati sono al terzo». Si calcola che lo stipendio dei nuovi assunti sarebbe di circa un 10% in meno su una paga base di 1.500 euro per la durata di un paio d'anni. Poi il giovane verrebbe inquadrato normalmente. «Per le banche - assicura Pedron - questo garantirebbe un notevole risparmio. A fronte del quale chiediamo però agli istituti di credito di aumentare i versamenti al fondo integrativo dal 3% attuale al 6%. Altrimenti, quando i giovani di oggi andranno in pensione, non avranno di che sopravvivere». Tra le proposte contenute nella piattaforma anche l'applicazione dei contratti complementari che consentirebbero di rafforzare gli organici riportando in banca dei servizi che sono stati esternalizzati nel corso degli anni. L'Abi (associazione banche italiane) ha già respinto le proposte, ma è normale - dicono i sindacati - perché siamo all'inizio della trattativa. LE IMPRESE. Altro punto importante della piattaforma contrattuale: il recupero del ruolo storico delle banche. «In questi anni - spiega Pedron - c'è stata una concentrazione esasperata su utili e dividendi. Nessuno mette in dubbio che le banche debbano guadagnare, ma devono tornare a svolgere un ruolo importante anche nel finanziamento delle aziende che operano sul territorio». È quello che le imprese, che hanno grosse difficoltà ad accedere al credito, chiedono da tempo.

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