Belluno, consegnate le medaglie d'oroai 4 eroi dell'elisoccorso caduto

Commovente cerimonia con il ministro dell'Interno Maroni al teatro comunale per le onorificenze alle vittime del "Falco". L'omaggio dei bellunesi agli uomini del soccorso alpino morti nella tragedia di Cortina



BELLUNO. Rimarrà solo lo sguardo di Giacomo Spaziani negli occhi dei bellunesi. Il coraggio composto del piccolo, figlio del medico del Suem 118, ha chiuso la cerimonia di ieri al Teatro Comunale, dove sono state consegnate le Medaglie d’Oro al Merito Civile ai parenti delle vittime di Falco. Stefano Da Forno, Dario De Felip, Fabrizio Spaziani e Marco Zago, quattro tra i migliori uomini del Soccorso Alpino e del servizio di emergenza medica bellunesi, erano a bordo dell’elicottero precipitato il 22 agosto scorso a Rio Gere, durante un volo di ricognizione in cerca di eventuali feriti sotto una frana appena scesa. Una tragedia che ha sconvolto questa provincia, un sacrificio che non si può dimenticare nè riparare con una medaglia, ma il riconoscimento conferito ieri dallo Stato alle famiglie dei quattro uomini potrà servire a incoraggiare chi resta e chi ha ricominciato a volare poche ore dopo l’incidente, per salvare qualcun altro. La cerimonia, come annunciato, è stata sobria e breve e, nonostante gli sforzi di evitarlo, molto commovente. Il teatro si è colorato di rosso e arancione, le divise del Soccorso Alpino e del Suem 118 che hanno riempito il Comunale, mentre all’esterno, davanti a un maxi schermo, oltre trecento cittadini si sono fermati, ancora una volta dopo i funerali e la consegna del premio San Martino, per dimostrare gratitudine a quelle donne e a quegli uomini e rispetto per il loro lutto, che è diventato il lutto di tutto un territorio. Dal palco pochi discorsi di politici che hanno cercato di scendere sul piano umano, qualcuno c’è riuscito, qualcun altro meno.
 Centrate le parole del sindaco Antonio Prade e del presidente della Provincia Gianpaolo Bottacin. Il presidente della Regione Luca Zaia ha teso ad ammaliare, mentre il ministro dell’Interno Roberto Maroni si è dilungato sulle eccellenze della protezione civile, andando fuori dal contesto.
 La cerimonia, organizzata da Prefettura, Provincia e Comune si è svolta regolarmente.
 Il sindaco Prade si è detto onorato di poter ospitare il momento del ricordo. Prade ha ringraziato gli operatori del Suem e del Soccorso Alpino: «Per l’abnegazione e il senso del dovere», spiegando alle autorità che: «Non è stata solo una tragedia personale di alcuni, ma una grande tragedia pubblica di tutti i bellunesi». Per il sindaco quelle morti hanno assunto un grandissimo valore simbolico: «Per la gratuità e l’impegno nel rischio, mai pienamente ripagato e a cui sono esposti anche i parenti. E’ troppo grande il divario tra il tanto che queste persone ci danno e il poco che ricevono. D’ora in poi iscriviamo la gratuità tra i principi del nostro agire».
 Bottacin ha puntato sulla sensazione di tranquillità regalata dagli operatori di Suem e Cnsas. L’esordio torna alle parole di uno dei caduti, pochi giorni prima dell’incidente, durante un soccorso: “Stia tranquilla, signora, gli elicotteri non cadono”. «Queste parole mi hanno colpito perché dimostrano quale sicurezza, quale clima di fiducia si è creato intorno agli uomini e alle donne del Cnsas e del Suem di Belluno. “Se mi succede qualcosa, so che posso contare su di loro”; una frana, una valanga, un incidente: c’è l’elicottero del Suem, c’è il Soccorso Alpino. Nulla di più vero. Noi abbiamo bisogno di loro e loro ci sono, come sempre. Eravamo cullati dall’illusione che la loro presenza, il loro aiuto, fosse una cosa naturale, scontata. Ma salvarsi e salvare non è scontato. Vivere non è scontato. Da quel giorno abbiamo imparato che non lo era e non lo è nemmeno per loro». Bottacin evoca il rumore dell’elicottero, già in volo il giorno dopo l’incidente: «Tranquilli e sicuri, perché nei cieli di Belluno quegli eroi volano ancora».
 Zaia si è affidato a una serie di citazioni: «Il legame del dolore è più forte del legame della felicità» e «fortunato il paese che non ha bisogno di eroi», e ancora, da Foscolo: «Chi fa grandi opere avrà garantita l’immortalità». Il governatore ha ricordato l’importanza del volontariato, la necessità di valorizzare il lavoro di queste persone e ha concluso con una frase di Fabrizio Spaziani: «Quando la prima mente, quella del cuore e della passione, decide per una permanenza in quota, la seconda mente, quella del corpo, non discute sulla fattibilità di tale azione».
 L’ultimo discorso è stato affidato al ministro Maroni: «Quattro eroi di cui riconosciamo l’alto valore umano per il gesto che li ha condotti alla morte». Maroni ha parlato del sistema di sicurezza dello Stato, della protezione civile, del volontariato, ripetendo più volte la parola eroi. Il ministro ha chiuso con i saluti del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ringraziandolo per la sensibilità nell’assegnare le medaglie in tempi tanto brevi













Altre notizie

Attualità