«Ben fatto, così fa meno paura»

L’esperto di arte del Ventennio: «L’arco non è intoccabile, non è un Raffaello»



BOLZANO. «Temevo che ci mettessero davanti un blocco di granito. O che scalpellassero via qualcosa...». Invece un anello. L'anello a led. »Vorrei vederlo da vicino... Ma direi subito che il monumento non è intoccabile. Non è un Raffaello». Paolo Nicoloso è un architetto, ma non solo. E' uno dei più riconosciuti esperti italiani di arte del Ventennio. Studia da anni il razionalismo, anche monumentale. E insegna all'Università di Trieste. Dice: «Ho apprezzato molto l'idea di usare i sotterranei per farne un museo. Un percorso legato al Novecento a Bolzano tra le due dittature».

Perchè professore?

«Per la ragione che il monumento, se spiegato, potrebbe aprire un importante dibattito. E non solo a Bolzano».

Ma non c'è solo il museo di nuovo. Anche quell'aggiunta luminosa...

«Se avrà la funzione di scaricare la forza ideologica che ha sempre portato a divisioni quando si è trattato di discutere della Vittoria, sarà servita a qualcosa».

Ma non rischia di incidere sull'unità monumentale?

«Ripeto, vorrei vederla da vicino. Per ora ho solo indicazioni frammentarie ma queste operazioni per essere valide necessitano di presupposti».

Quali? «Innanzitutto la poca invasività. Non devono togliere la visione complessiva. E poi l'uso dei materiali. Se si aggiunge, o si toglie, pietra, granito, marmo allora si immette qualcosa che sarà difficile rimuovere. Se invece, come leggo, si tratta di materiali asportabili e che non incidono sulla struttura potranno sempre essere tolti. Quando, chissà, tutti avranno accettato l'esistenza del monumento così spiegato».

Un'operazione moderna?

«Direi di sì. In ogni caso un'operazione che è stata frutto di un percorso interno alla città. E come le operazioni di quel tipo, oggi, con i materiali che abbiamo a disposizione, sembra essere abbastanza leggera».

E' servita a depotenziare il monumento? «Il monumento non andava depotenziato ma spiegato. Se tra museo e led questa spiegazione potrà essere messa in atto allora va bene».

Basterà? «La Vittoria è un'opera violenta. Per quello che riporta nelle scritte, per il suo significato politico, per il contesto di allora, quando nacque. E' giusto che la gente sappia della violenza di quegli anni, che le sia spiegata. Allora anche il monumento farà meno paura, potrà non essere più usato per fini politici. E' la differenza che arricchisce una popolazione. Anche nei simboli. E voi ne avete a josa... ».(p.ca.)













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