Benko diffida il Comune: «Perde tempo»

«La legge provinciale è corretta, fate partire il bando». Una nuova ipotesi: Polo bibliotecario e Ötzi in via Alto Adige


di Paolo Campostrini


BOLZANO. E' arrivata la diffida. Con lettera raccomandata. Un messo postale ha bussato l'altra sera in Comune e l'ha consegnata agli uffici. Firmata "Signa". In sostanza: Benko ha aspettato che tutti i pareri e le procedure attivate intorno alla nuova legge provinciale fossero definite poi ha scritto al municipio una lettera di questo tenore: "per favore, adesso questa legge siete tenuti ad applicarla". L'assessora Pasquali conferma: «E' così. La diffida è arrivata». E quindi? «Adesso ci muoviamo. Ma attenzione, una bella architettura come quella di Chipperfield non risolve tutto. Per me restano i nodi del verde e della cubatura. Temo che l'architetto dovrà rivedere al ribasso le dimensioni». Cubatura o no, ricordiamo che la legge provinciale (denominata "lex Benko") che agevola la partecipazione dei privati a progetti entro aree appartenenti alle (asfittiche) amministrazioni pubbliche, fissa un termine entro cui i comuni sono tenuti a rispondere. Non sì o no, ma con un bando aperto a tutti. Benko, cordata Oberrauch o chiunque altro si presenti nei termini. E spetta sempre ai municipi fissarne i confini sia di contenuto che di forma (cubatura, spazi commerciali e verdi ecc). Secondo la legge il termine per la risposta dell'ente pubblico interessato è di 30 giorni dalla presentazione del primo progetto. «Ma non è un termine perentorio», hanno sempre spiegato sindaco e assessora. «E' vero - ribatte Benko- un mese no. Non la si applica rigidamente. Ma trascorso un periodo più o meno lungo, subentra il buon senso. E da allora sono passati sei mesi, non sei settimane. Mezzo anno. Senza che nulla si sia mosso. Ora: possono anche dirci di costruire una chiesa nell'area e allora potremo ritirarci. Ma qualcosa devono dirci». Ecco il punto: la diffida è un atto formale su cui basare eventuali ricorsi, costruire procedure di inadempienza e comunque costituire una base giuridica dopo la quale ogni soggetto è tenuto a rispondere dei propri atti. Probabile che anche il gruppo Oberrauch, che ha presentato un progetto per il quadrante di via Alto Adige, possa presentarla. E affiancarsi nella richiesta al Comune di fissare al più presto i paletti entro cui muovere il bando. Perché tra stazione autocorriere e parco della Stazione, le idee non mancano.

L'altra sera, durante il dibattito a Palazzo Menz con David Chipperfield, l'architetto autore dell'idea Signa per il "Kaufhaus Bozen", Josef March già capo del dipartimento edilizia della Provincia aveva proposto: «Visto che il polo bibliotecario alle Pascoli costa troppo, perché non chiediamo di ospitarlo nell'area di via Alto Adige?». Non è finita. Perché negli ambienti del gruppo Benko, e non solo, sta facendosi strada l'ipotesi di ospitare nella struttura, oltre ad un albergo e vaste zone commerciali, anche il museo di Ötzi. "Lì dov'è soffre - hanno detto alcuni architetti- e via Museo non è una location molto raggiungibile. Posto di fronte alla stazione, invece, sarebbe il biglietto da visita della città». Più tempo ci si mette a decidere i contenuti, insomma, più i contenuti stanno lievitando. Infine, una piccola polemica durante la serata di palazzo Menz. Alcuni cittadini hanno lamentato che, per entrare in sala, le impiegate del gruppo Benko chiedevano l'adesione al gruppo "Bolzano futuro", nato per sostenere l'iniziativa del Kaufhaus. "Niente di tutto questo- chiarisce Alberto Stenico, uno dei promotori del gruppo di pressione . Semplicemente l'iniziativa era organizzata da noi e, visto che i membri di Bolzano futuro sono oltre un centinaio e tutti erano stati invitati, tendevamo a privilegiare prima i nostri soci. Ma poi tutti i cittadini sono entrati liberamente. E senza nessuna firma".

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