Bertoldi: «Sono tornato...»

Per l’ex assessore (Civica per Spagnolli) campagna porta a porta



BOLZANO. Scusi Bertoldi, cosa ne pensa delle telecamere? «Ah, no basta. Non ne posso più. Questa non è una campagna elettorale, è diventata un lungo spot per la Sony. Si parla più di marche di videocamere che di problemi veri. E' una campagna pubblicitaria...». Bertoldi non è Lionello, è Mauro. Il suo è il ritorno più inaspettato. Anni di silenzio, con il papà invece sempre in pista tra Anpi e scuole e muro del Lager. E sì che fino al 2005 era assessore, Mauro. Pds e poi Ds. Ora la Civica per Spagnolli, saltando a pie’ pari il Pd. In una lista per il sindaco che lo vede improvvisamente senatore (come esperienza politica) a fronte degli esordienti artioliani strappati alle loro occupazioni (in prevalenza non politiche) per rioccupare un centro orfano dei centristi.

Le telecamere non sono un problema?

«Non un vero problema».

Ma qualcuno lo avverte"

«La sicurezza è importante, ma non può essere improvvisamente l'unico tema. Sempre e solo questo».

Da dove si comincia?

«Dai quartieri. Li sì ci sono cittadini che aspettano risposte».

La prima che darebbe, magari dal Comune?

«Completare la rete degli investimenti pubblici negli insediamenti costruiti negli ultimi dieci anni. Penso a Firmian o a Casanova. Servizi, rete commerciale. In quei luoghi i rischi sul piano sociale sono evidenti».

La seconda?

«Gli obiettivi strategici della città. Dalle infrastutture viabilistiche, allo spostamento dell'autostrada , al traffico da filtrare. E fare subito tutto quello che è possibile fare per l'Areale. Con l'Areale si raddoppierà il centro. Sono cose che bisogna avviare subito se si vogliono vedere negli anni».

Perché negli ultimi dieci anni non sono state fatte dalla sua giunta?

«Io non c'ero e comunque, ci sono state delle difficoltà oggettive. E sono cambiati i tempi. La Provincia non finanzia, Roma taglia quanto è possibile tagliare e anche di più. Si dovrà scegliere. E dunque fare politica».

Magari fare meno proclami e più conti.

«È quello che farò, nel caso. Quando ero in Comune sono stato il primo ad avviare un piano di dismissioni per recuperare risorse con cui finanziare i nuovi quartieri. E anche adesso, il rapporto pubblico-privati sarà essenziale per ripartire. Sotto stretta regia pubblica. E anche in questo caso Bolzano non riparte certo da zero ».

Dicono che la sua sia una campagna elettorale porta a porta.

«Diciamo che è molto soft. Non faccio pazzie. Ma cerco di personalizzarla. Vado a trovare gli amici, parlo con le persone. Busso e ascolto».

Che dice papà Lionello?

«Era perplesso, all'inizio. Immagino si sia chiesto perché. Ma non ha fatto domande».

E adesso?

«Sta alla finestra. Si riposa dall'Anpi». (p.ca.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità