Bidella fannullona, stipendio decurtato del 10 per cento

Moggio (Gs): «In caso di recidiva rischia il licenziamento». Il sindacato difende in media 15 lavoratori pubblici l’anno


di Massimiliano Bona


BOLZANO. La Provincia ha tagliato del 10% per tre mesi (dal primo ottobre al 31 dicembre) lo stipendio di una bidella per scarso rendimento e per il mancato rispetto degli orari di lavoro. A darne notizia è stato ieri Gianluca Moggio, presidente del sindacato Gs che conta oltre duemila iscritti, in gran parte proprio tra i dipendenti del settore pubblico. «L’ente pubblico - spiega Moggio - le ha fatto una serie di contestazioni specifiche che hanno portato appunto alla decurtazione dello stipendio per tre mesi. In caso di recidiva la bidella è consapevole di rischiare il licenziamento».

Non si tratta peraltro dell’unico caso trattato in queste settimane dal Gs: «Siamo riusciti a far riassumere una dipendente che era stata licenziata durante il periodo di prova. In questo caso il rapporto di lavoro era iniziato, poi è stato interrotto ed ora è ripreso. Il sindacato ha impugnato il provvedimento e, alla fine, ha avuto ragione». Moggio tiene a sottolineare, peraltro, come i dipendenti provinciali, nella maggior parte dei casi, facciano al meglio il loro lavoro. «Ci sono ripartizioni che funzionano benissimo e sono esempi di efficienza. La Provincia ne è orgogliosa».

Certo, le 61 sanzioni e i 3 licenziamenti adottati nel corso del 2011 fanno riflettere. «Spesso, purtoppo, - prosegue Moggio - la Provincia vede i provvedimenti disciplinari come una sorta di scorciatoia per risolvere situazioni complesse. È capitato anche al Gs di difendere dipendenti con problemi di alcolismo o con altri disturbi. Prima di licenziare o infliggere sanzioni, talvolta sarebbe preferibile concordare le terapie e stabilire tempi e modi di ritorno al lavoro». Le vertenze di cui si occupa il sindacato sono almeno quindici l’anno, segno che il problema in ogni caso esiste. «Non sempre riusciamo a ottenere risultati concreti ma in parecchi casi siamo in grado, grazie ad una serie di prove e nuovi elementi, di attenuare le sanzioni o arrivare ad una conciliazione reciprocamente soddisfacente».

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