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Bio nei supermercati dell'Alto Adige, fatturati milionari e produttori locali

Poli: «Invitiamo le aziende altoatesione a farsi avanti» Hillebrand (Despar): «Un mercato che cresce più degli altri»


di Elisabetta Bottoni


BOLZANO. Quasi duemila prodotti bio che valgono - solo per la catena Poli - dodici milioni di euro di fatturato l'anno in Trentino Alto Adige. Tanto rende il biologico alla grande distribuzione. I due pilastri altoatesini, Poli e Despar, per soddisfare la richiesta del mercato hanno cominciato negli anni Novanta a proporre l'offerta bio. «Ma la vera svolta – dice Mauro Poli, direttore dell'omonimo gruppo di supermercati - pe noi risale alla fine del 2010, quando abbiamo deciso di avviare partnership con aziende leader nel mercato dell'alimentazione biologica per puntare alla creazione di linee specifiche e innovative sui prodotti confezionati.

Così, all’inizio del 2011 sono stati introdotti 500 nuovi tipi di prodotti». Dal 2013 al 2015 nuovo inserimento «per raggiungere un totale di 1600 unità e un fatturato di dodici milioni l'anno». Nell'ultimo triennio – afferma Poli - «le vendite sono raddoppiate così come il numeroo di pezzi acquistati: 4,6 milioni di prodotti acquistati nel 2015, mentre erano 2,3 milioni nel 2013». È un campo in continua crescita – afferma il direttore generale - «per questo introduciamo sempre nuovo prodotti. Per soddisfare le necessità del consumatore abbiamo deciso anche di potenziare il 'free from': senza glutine, senza lievito, senza lattosio, senza zucchero, nuova frontiera cui il mercato sta rivolgendo un interesse sempre maggiore». La politica adottata dai supermercati Poli è “democratizzare i prezzi del biologico, scardinare la logica che si tratti di prodotti di nicchia che devono costare molto per renderli accessibili a un pubblico più vasto”.

Nei supermercati di Trento e provincia, Poli ha avviato collaborazioni con le aziende biologiche locali: “Vogliamo mantenere viva l'imprenditoria locale e coinvolgere i piccoli produttori. Per loro è un vantaggio sia perché è una vetrina sia perché hanno una remunerazione garantita che gli permette di programmare investimenti”. Con questa idea è da poco nato il progetto che prevede, negli scaffali del Poli, vendita di succhi, confetture e formaggi bio prodotti in Trentino. «Uno schema che vogliamo riproporre anche a Bolzano», dice Poli che lancia un appello: «Se ci sono aziende locali orientate a un accordo con noi in questo senso, siamo più che disponibili a parlarne per accoglierle». Intanto, nei punti vendita dell'Alto Adige è già attivo il “progetto del contadino”, grazie al quale arrivano ogni giorno uova fresche acquistabili sfuse e un angolo dedicato a frutta e verdura, anche se non certificata bio, ma prodotta sul territorio.

Negli undici supermercati dell'Alto Adige, i prodotti bio sono collocati in un corner dedicato, che per motivi di spazio non è stato realizzato nei quattro miniPoli.

Diversa la scelta di Despar, che ha deciso di piazzare gli 800 alimenti bio insieme alla categoria di appartenenza di ciascuno. Anche qui, «l'idea è – spiega il direttore di Aspiag Despar Alto Adige Robert Hillebrand – di non marcare la nicchia. Il bio si trova vicino ai prodotti convenzionali per dare la possibilità al consumatore di confrontarli».

Valorizzare le realtà locali è anche un obiettivo per il marchio Despar, 57 punti vendita e 1700 dipendenti in Alto Adige. «Abbiamo rapporti di collaborazione con aziende bio locali per quanto riguarda il vino e le mele, per esempio». La scoperta del bio risale agli anni Novanta. «Abbiamo cominciato con gli ortaggi e poi abbiamo ampliato l'offerta – dice Hillebrand – perché la richiesta è in aumento e senza dubbio negli ultimi anni si è registrato un incremento superiore alla crescita del mercato».

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