Birra, e sai cosa bevi Bolzano capitale di quella artigianale

Il boom della produzione altoatesina con metodo naturale Il 29 e il 30 maggio in mostra a Castel Mareccio


di Rosario Multari


di Rosario Multari

BOLZANO

«Birra, e sai cosa bevi», diceva Renzo Arbore in un leggendario spot degli anni Ottanta. Definizione che oggi calza a pennello per la birra artigianale prodotta in Alto Adige. Produzione biologica con metodi naturali. All’interno del prossimo Festival del Gusto, dunque, nasce la propaggine del Festival della Birra Artigianale organizzato a Castel Mareccio per le giornate del 29 e del 30 maggio. In gergo tecnico si tratta delle Craft Beer: prodotte artigianalmente e con metodi naturali in birrifici di piccole dimensioni, utilizzando quanto più possibile materie prime locali. Intanto l’Eos, in occasione delle ultime porte aperte dei birrifici, ha ribadito l’importanza di queto prodotto locale anche nell’ottica di una sempre più vendibilità del settore all’estero. I numeri sono già importanti: n Alto Adige i birrifici utilizzano ogni anno circa 5.000 kg di orzo altoatesino. Da 200 kg di orzo si possono produrre circa 1.000l di birra. Ciò significa che la produzione di Birra Alto Adige con marchio di qualità è di circa 25.000 litri. La cultura che nel corso degli anni si è venuta a creare attorno all'immagine della birra è andata sempre più progredendo, ma i veri intenditori, per la verità, rimangono in pochi. All'interno della cerchia ristretta, i titolari delle birrerie Hopfen e Ca de Bezzi hanno sfruttato l'occasione delle porte aperte di fine aprile per elogiare i loro prodotti «made in Alto Adige», offrendo agli interessati delle vere e proprie specialità, accompagnate da musica live e dimostrazioni circa le tecniche di miscelazione. «È un'occasione per avvicinare la gente alle micro-birrerie locali - dice Diego Bernardi, titolare dell'Hopfen, insieme al suo mastro birraio Johann Pan - che da sempre offrono prodotti di qualità altoatesina, semplici e genuini».

Il Ca de Bezzi, invece, attraverso delle visite guidate dai mastri birrai, ha mostrato ciò che avviene oltre i cancelli del Batzen Bräu, all'interno della sala dedicata alla miscelazione e alla stagionatura della birra.

Adagiati di fronte ai tavolini situati nell'ampio giardino, i visitatori hanno potuto degustare le tipiche 'Batzen Bier', tra cui la Batzen Dunkel, vincitrice della medaglia d'oro all'European Beer Star di Monaco nel 2013. «Si tratta di una birra scura, non filtrata e di tipo bavarese - ricorda il titolare Bobo Widmann - ed è solo una tra le migliaia di tipologie esistenti».

La giornata dedicata alle porte aperte, per quanto concerne l'arte birraia, sarà confermata anche per gli anni a venire a dimostrazione di un supporto continuo e di prospettiva futura. E' la prima di una lunga serie, il cui compito è, e sarà, proseguire con la sensibilizzazione riguardante una tra le più antiche bevande alcoliche mai esistite, distintasi a seconda del territorio e degli ingredienti, simbolo di cultura e tradizione. Intanto a fine maggio, l’occasione di co noscere direttamente i protagonisti di questo “rinascita” della birra a Castel Mareccio.

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