Bizzo, adesso è ufficiale l’uscita dal Pd
Il presidente del consiglio provinciale ha informato i vertici Svp. Steger: «Mozione di sfiducia? Decideremo con l’ alleato»
BOLZANO. Bizzo da oggi non farà più parte del Pd. Restano solo veleni di chi va e di chi resta. Bizzo segue i quattordici del suo gruppo, che già mercoledì hanno annunciato l’uscita dal Pd. Ieri pomeriggio l’invito di Bizzo alla conferenza stampa odierna per l’annuncio di «importanti comunicazioni politiche», cioè l’uscita dal Pd. Bizzo stesso, come presidente del consiglio provinciale, lo ha comunicato ieri ai vertici dell’Svp, il presidente Arno Kompatscher, l’Obmann Philipp Achammer e il capogruppo Dieter Steger. L’uscita in due tempi era stabilita dall’inizio dal gruppo, che in consiglio comunale a Bolzano ora si chiama «Noi per Bolzano» e lavora a un nuovo progetto politico. Se ne vanno, accusano, dal partito «delle poltrone». Contestano le strategie elettorali degli ultimi anni, fino alle candidature Boschi-Bressa per le politiche. Bizzo riferisce di avere preso qualche giorno in più «per riflettere su un passaggio così drastico: nel Pd ci avevo creduto veramente. Ho letto vecchie carte e scritto». La versione più severa esternata dal campo avverso vede un Bizzo organizzare l’uscita in due tempi per trattare con Roma la ricandidatura alle provinciali. Se anche Bizzo avesse atteso in questi giorni una mossa da Roma per discutere o frenare l’esodo, questa non è arrivata. «Nemmeno una telefonata», riferisce. Sprezzante il segretario del Pd Alessandro Huber, ieri non informato: «Un annuncio ancora più a ridosso delle elezioni. Complimenti. E i 32 mila euro che deve al partito?». Svp e Pd dovranno decidere se lanciare una mozione di sfiducia a Bizzo come presidente. Possibile, ma non troppo. Mancano solo otto mesi alle provinciali, estate compresa. Così Steger: «È una questione interna del Pd. Come alleato, non posso condividere un gesto così eclatante a pochi giorni dalle politiche. Sulla presidenza ascolteremo le intenzioni del Pd. Per fortuna Bizzo almeno ha annunciato di restare nell’ambito del centrosinistra». Huber ha poca voglia di parlare della presidenza: «È più grave che lasci il Pd studiando i tempi per un nuovo titolo sui giornali nazionali». (fr.g.)
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